Campagna “Save Your Skin” per la sensibilizzazione sul tema del tumore cutaneo

Si chiama “Save Your Skin”  la campagna internazionale di sensibilizzazione lanciata da La Roche Posay, per la promozione di un ruolo attivo nella lotta contro il melanoma. Obiettivo dell’iniziativa è infatti quello di promuovere la diffusione della pratica dello screening dei nei, sia con professionisti della pelle sia a casa: il tumore cutaneo è, infatti visibile a occhio nudo e, se trattato in tempi sufficientemente precoci, nel 90% dei casi potrebbe essere guarito.

La campagna sarà online sul sito dell’azienda a partire da maggio. Il percorso educativo per la formazione degli Skin Checkers si articola in quattro tappe.
La prima tappa si concentra sul metodo ABCDE: La Roche-Posay offre uno schema in cinque punti che aiuta a tenere sotto controllo i nei tra una visita dermatologica e l’altra. Ogni lettera corrisponde a un aspetto dei nei a cui fare attenzione: Asimmetria, Bordi, Colore, Diametro, Evoluzione.
La seconda tappa riguarda invece l’autoanalisi, con l’indicazione di 7 veloci step che aiutano ad imparare come effettuare l’autoanalisi dei nei in tutte le zone del corpo: viso, cuoio capelluto, mani, braccia, petto, schiena, parte inferiore del corpo. L’autoanalisi non sostituisce la visita del dermatologo, ma è un’abitudine importante tra una visita e l’altra.
La terza tappa riguarda le regole di buona esposizione al sole, per imparare a godere dei benefici del sole, evitando i potenziali rischi di un’esposizione non corretta.
Infine, l’ultima tappa contiene una breve spiegazione di cos’è il melanoma e qualche dato sulla sua diffusione.
Una volta terminato il percorso educazionale sul sito l’aspirante Skin Checker dovrà sostenere un breve test di 3 domande sulla formazione precedentemente ottenuta. Ogni Skin Checker è chiamato poi a coinvolgere nell’iniziativa le persone a cui tiene, attraverso una meccanica virale e social. In questo modo si creerà una comunità mondiale di Skin Checkers, visibile sul sito internet e pronta a diffondere l’importante messaggio di sensibilizzazione alla prevenzione.

«Recentemente si è diffusa la consapevolezza del fatto che il rischio di tumore alla pelle sia collegato a una non corretta esposizione ai raggi solari. Tuttavia, Il tasso di mortalità del melanoma non è diminuito negli ultimi decenni, e sono ancora poche le persone che effettuano regolarmente un autoesame dei nei. La nostra campagna parte propria da questo punto: controllando bene se stessi e i propri cari e ricordando l’importanza di un periodico controllo medico si può fare la differenza nella lotta contro il melanoma», ha dichiarato Annalisa Corbia, direttore marca La Roche-Posay Italia.

Un recente studio realizzato proprio da La Roche-Posay e dalla George Washington University in 23 Paesi in tutto il mondo, Italia inclusa, ha evidenziato «numerose lacune e disparità geografiche sul tema della prevenzione del melanoma della pelle, e questo è un campanello d’allarme globale», ha affermato Adam Friedman, dottore in medicina e relatore responsabile dello studio.

In particolare, i risultati ottenuti evidenziano che, nonostante l’88% degli intervistati sia consapevole del rischio di sviluppare un tumore della pelle per esposizione non protetta al sole, solo un intervistato su 2 ha consultato un dermatologo per il controllo dei nei, mentre 4 su 10 non si preoccupano di proteggersi dal sole quando non sono in vacanza. Lo studio ha inoltre evidenziato come vi sia una stretta correlazione tra il grado di istruzione e lo status socio-economico degli intervistati e il loro livello di protezione solare e frequenza di auto-esaminazione e consulti del dermatologo. Sono state evidenziate anche differenze a livello geografico: gli abitanti dei paesi dell’Europa occidentale e meridionale sono più propensi all’uso della protezione solare rispetto alla media dei partecipanti all’indagine. Gli intervistati di Messico, Russia e Italia risultano, tra tutti, i meno informati. In generale, Australia e Europa meridionale hanno mostrato un maggior tasso di comportamenti di prevenzione rispetto alla media. Un altro interessante dato emerso riguarda la scarsa conoscenza dei fattori di rischio individuali legati all’esposizione al sole, come le differenze tra i vari tipi di pelle e la grandezza dei nei.

«Questa ricerca ci offre nuovi spunti su cui lavorare: i dati suggeriscono che i messaggi di sensibilizzazione devono essere mirati e devono tenere conto degli aspetti demografici», ha concluso Sophie Seite, direttore scientifico di La Roche-Posay.