“Tiroide e benessere” è il tema dell’annuale Settimana Mondiale della Tiroide

In occasione della Settimana Mondiale della Tiroide, che quest’anno si svolge proprio dal 21 al 27 maggio, è stato scelto il tema conduttore “Tiroide e benessere”, sulla base del quale saranno organizzate in tutta Italia diverse iniziative di screening e incontri informativi. Tutte le informazioni relative alle iniziative previste sono consultabili sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook della manifestazione.

La tiroide svolge una serie di funzioni vitali per il nostro organismo come la regolazione del metabolismo, il controllo del ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso. Proprio per questo, quando questa ghiandola non funziona correttamente, tutto il corpo ne risente.

I sintomi dell’ipotiroidismo

«I sintomi legati all’ipotiroidismo, la più frequente malattia della tiroide, sono spesso così sfumati che difficilmente si riesce a ricondurli ad una patologia. Il tema “Tiroide e benessere” vuole mettere in luce il fatto che la vera sfida riguardante queste patologie è quella di riuscire a ridare a chi ne è affetto quel benessere che tanti dichiarano di avere perso», ha commentato Paolo Vitti, presidente di SIE (Società Italiana di Endocrinologia) e coordinatore e responsabile scientifico della Settimana Mondiale della Tiroide.

Luigi Bartalena, presidente di AIT (Associazione Italiana della Tiroide) ha spiegato che «con l’ipotiroidismo tutte le funzioni del nostro organismo sono influenzate negativamente. La terapia sostitutiva è attuata impiegando la levotiroxina (T4) che è il principale ormone prodotto dalla tiroide. Ogni paziente deve comunque essere attentamente monitorato, poiché la quantità di ormone necessaria per riportare in equilibrio lo stato tiroideo varia da individuo a individuo in rapporto anche a variazioni dell’assorbimento del farmaco. Oggi la terapia sostitutiva non ha come obiettivo solo la normalizzazione dei livelli ormonali ma anche il ripristino di una condizione di pieno benessere».

Per quanto riguarda invece altre tipologie di trattamento delle patologie della tiroide, Onelio Geatti, past president di AIMN (Associazione Italiana Medici Nucleari) ha chiarito che «in ambito tiroideo, l’impiego in medicina nucleare di sostanze radioattive denominate radiofarmaci, in particolare il radioiodio, costituiscono un ausilio diagnostico e terapeutico insostituibile».

«La scelta della tiroidectomia, ovvero l’asportazione della tiroide, deve invece essere attenta e ponderata. Si tratta infatti di un intervento sicuro ed efficace, ma anche piuttosto delicato, in quanto la ghiandola da asportare è vicina a strutture che controllano importanti funzioni», ha aggiunto Luciano Pezzullo, presidente del Club delle UEC, Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane.

La prevenzione della carenza iodica

Le malattie della tiroide possono colpire a ogni età: occorre dunque prestare massima attenzione ad ogni eventuale campanello di allarme, rivolgendosi al proprio medico in caso di dubbio.

Massimo Tonacchera, professore associato di Endocrinologia e coordinatore nazionale del Comitato della Prevenzione della Carenza Iodica ha rivelato che «il modo più efficace per prevenire le malattie della tiroide è quello di assumere iodio in quantità adeguate, poiché questo elemento è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei».

«Una grave iodocarenza può determinare tra le altre cose ipotiroidismo congenito, che rappresentava la prima causa di ritardo mentale nel nostro Paese prima dell’introduzione dello screening neonatale» ha proseguito Roberto Gastaldi, esponente di SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica).

«La legge 55/2005 ha introdotto il programma nazionale di iodoprofilassi, grazie al quale, come dimostrano i dati, la percentuale di sale iodato venduto nella grande distribuzione nel 2016 ha superato il 60%. Si tratta di un dato positivo, ma ancora al di sotto della soglia dell’80-85% indicata dall’OMS. Sono comunque molto incoraggianti i dati relativi alla ioduria (concentrazione di iodio nelle urine) in età scolare: le indagini condotte su 2500 bambini tra il 2015 e il 2016 in Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia, hanno mostrato che in queste regioni (Marche escluse) il gozzo in età scolare non è più una patologia endemica», ha commentato Antonella Olivieri, responsabile scientifico di OSNAMI (Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia).

«Tra i compiti istituzionali delle nostre associazioni, ricopre un ruolo sempre più importante l’attività di informazione e promozione della salute e del benessere. Occorre diffondere informazioni su stili di vita corretti e segni, sintomi e percorsi di prevenzione e diagnosi adeguati, per poter prevenire le malattie della tiroide», ha concluso Anna Maria Biancifiori, past president di CAPE (Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini).