Aifa, al via 40 progetti per la ricerca indipendente, ma il settore pubblico può fare di più?

A circa un anno di distanza dalla pubblicazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) del bando a favore della ricerca indipendente, rivolto a tutti i ricercatori italiani di istituzioni pubbliche e no profit, si è concluso l’iter di selezione delle proposte. Ammessi al finanziamento previsto dal decreto legge 30 settembre 2003 n. 269 sono stati 40 studi su un totale di 343 per un importo complessivo superiore a 31 milioni di euro.

Si tratta di protocolli che hanno ottenuto un punteggio di valutazione “eccellente” da parte di un sistema di revisione indipendente internazionale. L’intento dell’Agenzia è quello di ottenere – come dichiarato dal DG Mario Melazzini – “un contributo importante sia in termini di arricchimento delle conoscenze cliniche e terapeutiche in aree di minore interesse per la ricerca profit, sia in termini di ricadute regolatorie e razionalizzazione dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale”.

D’altronde la conferma che i risultati della ricerca indipendente possano dare importanti contributi al nostro sistema sanitario nazionale (e non solo) arriva dal convegno internazionale dell’Asco (American Society of Clinical Oncology), tenutosi nel giugno scorso a Chicago. Nell’occasione sono stati presentati quattro studi finanziati con bandi Aifa del 2007, uno dei quali sul tumore del colon-retto che potrebbe portare al dimezzamento dei tempi di somministrazione della chemioterapia.

Tornando ai progetti appena finanziati, il bando prevedeva un riferimento specifico a tre aree tematiche: malattie rare, popolazioni fragili e medicina di genere. I risultati della selezione hanno premiato 23 lavori afferenti alla prima area; 13 alla seconda e 4 alla terza (i particolari disponibili sul sito dell’Aifa).

Vale la pena ricordare che le risorse che l’Aifa mette a disposizione sono il frutto dei contributi che le aziende farmaceutiche versano ogni anno (5% delle spese per attività di promozione) e che a causa di un rallentamento nella pubblicazione dei bandi negli ultimi anni il bilancio dell’Agenzia ha visto aumentare la quota degli accantonamenti per importi ben superiori a quelli appena stanziati (oltre 180 milioni tra i fondi per la farmacovigilanza e farmaci orfani). Insomma, ci sono spazi per migliorare e magari creare collaborazioni con il mondo dell’industria privata che ogni anno mette sul piatto circa 1,5 miliardi (Fonte: Farmindustria anno 2016). In proposito proprio ieri il ministro per lo Sviluppo Economico (insieme ai suoi colleghi dell’Economia, Ricerca e Lavoro) ha presentato il Piano Nazionale Impresa 4.0 che dimostra l’importanza del ruolo pubblico nel settore della ricerca e sviluppo che vede nel futuro ulteriori margini di crescita.