Cambiano i limiti di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine

Il ministero della Salute ha predisposto la versione definitiva del decreto ministeriale che stabilisce i limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine, ai sensi delle legge n.123/2005 recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia. E la conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 maggio, ha dato parere favorevole allo schema del decreto. Si attende l’uscita in Gazzetta ufficiale della pubblicazione perché diventi definitivamente operativo. In sostanza è stato confermato il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti, sebbene con una riduzione media dei tetti di spesa del 19%.

alimenti senza glutine

Lo schema del decreto sui limiti di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine

L’art. 2 elenca le categorie degli elementi erogabili a carico del Ssn, che devono essere inclusi nel Registro Nazionale:

1) pane e affini, prodotti da forno salati;

2) pasta e affini, pizza e affini, piatti pronti a base di pasta;

3) preparati e basi pronte per dolci, pane, pasta pizza e affini;

4) prodotti da forno e altri prodotti dolciari,

5) cereali per la prima colazione.

L’art. 3 definisce i limiti di spesa per l’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, riportati in tabella.

Fasce d’età Limite massimo di spesa mensile maschi €

 

Limite massimo di spesa mensile femmine €

 

6 mesi – 5 anni 56
6- 9 anni* 70
10-13 anni* 100 90
14- 17* anni 124 99
18-59* anni 110 90
> 60 anni 89 75

Il range d’età è inteso dal compimento dell’età specificata fino al compimento dell’età successiva.
L’art. 4, indica sei mesi per la nuova pubblicazione del Registro Nazionale dall’entrata in vigore del decreto privo degli alimenti senza glutine che non rientrano nelle categorie elencate nell’art. 2. A questi 6 mesi, le Regioni ne hanno aggiunti altri 3 per applicare le modifiche del decreto stesso.

Aic: una revisione razionale che mantiene la copertura per i fabbisogni dei celiaci

I prezzi dei prodotti senza glutine, dal 2006 a oggi, hanno subito un calo del 7% nelle farmacie e fino al 33% nei supermercati, come dichiarato da Aic (Associazione Italiana Celiachia) e l’esclusione dei prodotti senza glutine dal campo d’applicazione del Regolamento Europeo 609/2013 definito con l’acronimo FSG (Food for Specific Group) hanno portato alla revisione dell’assistenza ai malati di celiachia.
L’Aic ha dichiarato comunque la sua soddisfazione perché «la riduzione non è una sforbiciata lineare alle risorse per i pazienti, ma una revisione razionale che lascia immutata la copertura del 35% dell’apporto calorico giornaliero da carboidrati privi di glutine e che mantiene l’attenzione su specifiche fasce d’età con bisogni particolari. Nella primissima infanzia il tetto di spesa cresce del 24% (da 45 a 56 euro) e resta pressoché invariato nella fascia adolescenziale, particolarmente critica per l’accettazione di un regime alimentare speciale».
Inoltre la stessa associazione sottolinea che «AIC al tavolo ha voluto che la riduzione tenesse conto dei prezzi applicati nel solo canale farmacia, disponibile alla spesa tramite buoni a tutti i celiaci ovunque, in tutta Italia» e non della media dei prezzi del canale farmacia e di quello che fa riferimento alla grande distribuzione.
Inoltre c’è stata una rivalutazione dei fabbisogni energetici medi rispetto ai riferimenti utilizzati in precedenza.

Aic ha dichiarato che i prossimi impegni saranno quelli di spingere affinché la dematerializzazione dei buoni diventi operativa al più presto e di ottenere specifici protocolli per le aziende produttrici al fine di ottimizzare la qualità nutrizionali degli alimenti.