Febbre, cosa chiedere al genitore di un bambino con episodio febbrile

La febbre nel bambino è uno degli episodi che il farmacista si trova più frequentemente ad affrontare. Come è opportuno gestire queste situazioni?
Vediamo innanzitutto quali sono le Linee Guida della gestione della febbre tracciate dalla Società Italiana di Pediatria:

  1. La misurazione della temperatura corporea deve avvenire:
    – NO per via rettale;
    – NO per via orale;
    – nei bambini < 4 settimane: ascellare con termometro digitale;
    – nei bambini > 4 settimane: ascellare con termometro digitale o timpanica (questa ultima solo in ambulatorio);
  2. L’impiego di mezzi fisici per la terapia della febbre è sconsigliato, mentre rimane invece consigliato in caso di ipertermia;
  3. I farmaci antipiretici devono essere impiegati nel bambino febbrile solo quando alla febbre si associ un quadro di malessere generale.

bambino con la febbre

In caso di episodio febbrile, tutti gli operatori sanitari non devono mai sottovalutare le condizioni generali del bambino di età inferiore ai 2 anni e il loro andamento nel corso del tempo. Infatti, minore è l’età del bambino (così come minore è il peso corporeo e l’età gestazionale), minori sono le sue capacità per sostenere le condizioni sfavorevoli.
Questi alcuni dei rimedi che si possono attuare in caso di febbre (clicca qui).

Cosa chiedere ai genitori del bambino febbrile?

Per inquadrare correttamente e con più facilità l’episodio di febbre nel bambino, ecco una serie di quesiti che il farmacista può rivolgere ai genitori o ai familiari:

  • età del bambino;
  • durata ed entità della febbre;
  • strumento di misurazione utilizzato;
  • risposta febbrile/termica del paziente in corso dell’evento recente e in passato;
  • comportamento e reattività del paziente;
  • approccio ad alimenti e a bevande;
  • disturbi/sintomi di eventuale patologia in atto;
  • condizioni di salute generali dei familiari;
  • frequenza di collettività scolastica;
  • pregresse infezioni ricorrenti;
  • pregresse convulsioni febbrili (da verificare anche la familiarità).

Un altro prezioso contributo che il farmacista può fornire alle famiglie è informare i neo-genitori della facile e talvolta repentina instabilità delle condizioni generali del neonato/bambino in corso di episodio febbrile.

Quando è ragionevole mantenere in osservazione il bambino con febbre in ambito domiciliare?

Ecco una serie di parametri da considerare quando si valuta la possibilità di mantenere la gestione del bambino febbrile nel proprio ambiente familiare:

  • il bambino ha più di 3 mesi e non è nato pre-termine;
  • le condizioni generali sono soddisfacenti;
  • il lattante emette spontaneamente suoni, manifesta voglia di giocare e di prendere oggetti;
  • sorride e interagisce con il genitore o l’operatore sanitario;
  • si idrata e si alimenta;
  • si tranquillizza velocemente se tenuto in braccio da un familiare;
  • il sintomo febbre risulta isolato e non si associa ad altri sintomi più preoccupanti;
  • non ha difficoltà ad assumere farmaci antipiretici;
  • la temperatura febbrile è responsiva alla somministrazione di antipiretico;
  • il comportamento e la reattività del bambino migliorano nei momenti in cui il valore della temperatura corporea si avvicina al livello di normalità;
  • i familiari collaborano, si dimostrano affidabili e pronti a mantenere contatto con l’operatore sanitario.

Quando è opportuno indirizzare il bambino con febbre allo specialista pediatra?

Ecco invece una serie di parametri che, se osservati, rendono opportuno indirizzare il bambino febbrile direttamente allo specialista pediatra:

  • i parametri vitali e le condizioni generali del bambino possono essere ricondotte a livello di valutazione di rischio intermedio in età inferiore ai 2 mesi;
  • il bambino non si idrata e non si alimenta;
  • il sintomo febbre non risulta isolato e si associa ad altri sintomi più preoccupanti;
  • il bambino ha difficoltà ad assumere farmaci antipiretici;
  • la temperatura febbrile non è responsiva a somministrazione a dosi adeguate al peso corporeo di antipiretico;
  • i familiari non appaiono collaborativi.

Infine, se il Farmacista territoriale venisse informato che il neonato presenta sintomi che possono essere valutati a rischio di grado alto, è bene che indichi prontamente ai genitori l’accesso al Pronto Soccorso Pediatrico.

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