Federfarma: a rischio sostenibilità e qualità dell’assistenza farmaceutica

Annarosa Racca

Gli emendamenti alla legge di stabilità potrebbero mettere a repentaglio la sostenibilità dell’assistenza farmaceutica. È la denuncia che Annarosa Racca, presidente Federfama, ha affidato a un comunicato stampa. “Sarebbe ora di apportare al servizio farmaceutico, come alla sanità in generale”, sostiene la presidente del sindacato titolari di farmacia, “quegli aggiustamenti in grado di migliorare l’assistenza ai cittadini, garantendo la sostenibilità economica del SSN. Invece, ancora una volta in parlamento piovono sulla legge di stabilità emendamenti contenenti misure di forte impatto sulla farmaceutica, che richiederebbero un confronto approfondito anche con il coinvolgimento degli operatori”.
“Per l’impatto negativo che avrebbe sul settore”, specifica Racca, “preoccupa in modo particolare l’emendamento che punta a estendere la distribuzione da parte delle farmacie per conto delle ASL sostanzialmente a tutti i medicinali di fascia A, determinando uno stravolgimento del prontuario terapeutico. I medici non potrebbero più scegliere il medicinale che ritengono più indicato per il paziente, perché gli assistiti potrebbero ottenere in farmacia solo i medicinali della ditta che si è aggiudicata la gara”.
Alle preoccupazioni di Federfarma si aggiungono quelle delle associazioni dei produttori di farmaci generici. In un comunicato stampa congiunto, European Generic Medicines Association  (Ega) e AssoGenerici ritengono “che lo Stato italiano abbia già in mano tutti gli strumenti per gestire la spesa farmaceutica, primo fra tutti l’incentivo al ricorso ai generici: gli ultimi dati OCSE diramati questa notte mostrano infatti che, se in media nei 19 paesi gli equivalenti rappresentano il 41% dei consumi, in Italia si è ancora fermi al 14%”. “Le norme delineate nell’emendamento”, dichiarano i rappresentanti delle aziende farmaceutiche, “se approvate, avrebbero pesantissime conseguenze sulla stabilità di un comparto produttivo che oggi garantisce 10.000 posti di lavoro in Italia, senza contare l’indotto”. “Quello delle gare”, conclude la presidente Federfarma, “è un approccio miope, perché determina distorsioni del mercato che possono portare a rischio di carenze dei farmaci e a un malfunzionamento del sistema distributivo che, in tutti questi anni, ha dimostrato di essere il più conveniente e il meno costoso, visto che nel 2013 la spesa è a livelli inferiori di quelli del 2001”.