Il 3° Obesity Summit e il paradosso dell’obesità

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In Italia il paziente obeso in virtù della sua fragilità, è stato inserito tra le categorie prioritarie da vaccinare contro il Covid-19. Tuttavia, l’obesità non è stata ancora riconosciuta come malattia cronica grave, i suoi trattamenti non sono stati inseriti nei LEA e i farmaci specifici atti a contrastarla non sono rimborsabili

L’obesità è una patologia cronica grave spesso associata a numerose altre fragilità. Negli ultimi 40 anni il numero degli obesi nel mondo è più che triplicato e oggi la patologia rappresenta la quinta causa di morte, associata a malattie gravi come diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, almeno 12 tipi di cancro, malattie epatiche e respiratorie. Secondo i dati Istat, in Italia il numero di persone in sovrappeso e con obesità aumenta in proporzione all’aumentare dell’età. L’eccesso di peso interessa 1 minore su 4 e 1 adulto su 2, raggiungendo il picco del 61% nel target 65-74 anni.

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I soggetti in forte sovrappeso o con obesità che contraggono il Covid-19, come hanno mostrato diversi studi, hanno rischi molto maggiori di finire in ospedale, spesso in terapia intensiva e, sovente, sono più esposti al rischio di morte rispetto a soggetti normopeso. Proprio in virtù di questo i pazienti obesi sono stati inseriti tra le categorie prioritarie da vaccinare, in quanto soggetti ad «elevata fragilità». Ciò nonostante ancora oggi «L’obesità non è riconosciuta tra le malattie croniche, le prestazioni riguardanti l’obesità non sono inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e a tutt’oggi non esiste una rete nazionale di prevenzione e cura dell’obesità né un piano nazionale sull’obesità» come ha ricordato Renato Lauro, presidente di Ibdo Foundation, in apertura del 3° Obesity Summit, tenutosi lo scorso 12 aprile.

«La pandemia in corso ha evidenziato la fragilità delle persone con obesità – ha commentato Giuseppe Fatati, presidente dell’Italian Obesity Network IO NET – e l’accesso prioritario alla vaccinazione è il primo vero riconoscimento ufficiale per quella che al momento non è considerata dalle nostre Istituzioni, ma anche dall’opinione pubblica, e purtroppo a volte anche dal mondo scientifico, una malattia, ma una responsabilità personale dell’individuo che basta “mangi di meno e si muova di più”». L’auspicio è che la pandemia «sia almeno servita per far ottenere i giusti diritti di tutela alle persone con obesità e che questa malattia fortemente invalidante continui a rappresentare una preoccupazione per il nostro servizio sanitario nazionale anche dopo questa fase emergenziale».

Il costo sanitario dell’obesità

L’obesità rappresenta anche un costo sociale e sanitario significativo. La spesa media a livello UE è infatti pari all’8,4% della spesa sanitaria totale. In Italia questa percentuale raggiunge il 9%, con una perdita di produttività del 2,8%. Uno studio sui bambini ha inoltre evidenziato che i normopeso hanno un rendimento scolastico del 19% migliore rispetto ai bambini in eccesso ponderale. «È come se tutti gli italiani pagassero annualmente una tassa sul sovrappeso di 329 euro pro capite» ha sintetizzato a tal proposito Roberta Crialesi, dirigente di ricerca dell’Istat.

Infine, occorre ricordare che la pandemia ha spesso rappresentato una battuta d’arresto per le terapie, soprattutto la chirurgia bariatrica per gli obesi. Il 2020 si è chiuso infatti con un -60% di attività ambulatoriale e -30% degli interventi bariatrici. Un gap difficile da poter colmare, anche se la situazione italiana appare in linea con quanto accaduto in altri contesti europei. Spagna, Francia, Grecia e Slovenia hanno riscontrato un crollo dell’attività chirurgica bariatrica addirittura pari al 40-50% rispetto all’anno precedente; il Belgio pari al -35%, i Paesi Bassi al – 38%, l’Austria al -30% e la Svizzera al -13%.

Se combattere l’obesità e assicurare una vita dignitosa al paziente obeso rimane una priorità, dall’altra chiaramente occorre investire per prevenire la malattia, insistendo sull’importanza di stili di vita corretti e di una sana alimentazione.