Il dolore cronico muscolo scheletrico necessita di un approccio interdisciplinare

Durante il primo congresso nazionale della società scientifica GUIDA (Società italiana per la gestione unificata e interdisciplinare del dolore muscolo-scheletrico e dell’algodistrofia), tenutosi a Napoli dal 9 all’11marzo 2017, si è discusso di nuove strategie terapeutiche e diagnostiche per la gestione del dolore cronico muscolo-scheletrico. Il punto di partenza è un approccio interdisciplinare che vede coinvolte tre figure professionali: il reumatologo, l’ortopedico e il fisiatra. Questo è anche l’obiettivo della società GUIDA, come si può leggere sul sito www.si-guida.it, che nasce proprio per integrare e armonizzare gli interventi terapeutici delle diverse branche e professionalità coinvolte nel trattamento del dolore muscolo-scheletrico. Partner dell’iniziativa l’azienda farmaceutica Abiogen Pharma di Pisa.

Come garantire la qualità di vita, una tavola rotonda

Arrivare a una gestione condivisa ed efficace del dolore è indispensabile per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti, così come auspicato anche dalla legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore.

Tale legge, oggi, non è finanziata ed è applicata per lo più al solo ristretto campo oncologico. Il dolore cronico muscolo-scheletrico, dal canto suo, riguarda venti milioni d’italiani afflitti dalle più svariate patologie che vanno dall’artrosi alla cefalea, alla cervicale ecc. Essi si curano ricorrendo per lo più ai FANS o ad altri farmaci di scarsa o nulla efficacia terapeutica, per eliminare il solo sintomo incidendo in maniera significativa sulla spesa sanitaria (spesa farmaceutica, ospedalizzazione, diagnostica ecc…) e sui costi sociali indiretti quali giornate lavorative perse e assistenza familiare.

Questi i temi approfonditi durante la tavola rotonda conclusiva dei lavori della prima giornata di convegno, cui hanno partecipato il professor Giovanni Iolascon, presidente del congresso, direttore esecutivo di GUIDA e docente di Medicina Fisica e Riabilitazione della Seconda Università di Napoli, la professoressa Ombretta Di Munno, associato di Reumatologia presso l’Università di Pisa, il professor Biagio Moretti, direttore della Clinica di Ortopedia e Riabilitazione del Policlinico di Bari e rappresentante della SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) e il dottor Giovanni Checchia, direttore della struttura complessa recupero e rieducazione funzionale dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (Savona) e rappresentante della SIMFER (Società italiana di medicina fisica e riabilitazione). Inoltre è intervenuta la senatrice Serenella Fukcsia a capo della segreteria della 12ª Commissione permanente Igiene e sanità e della Commissione di inchiesta sugli infortuni e le malattie professionali.

In sostanza, ha specificato il professor Iolascon, bisogna colmare il vuoto in termini di protocolli terapeutici e diagnostici per garantire a ogni paziente la dignità, l’autonomia e il benessere così come sancito nella legge 38, identificando la genesi del dolore e curandolo in maniera appropriata.

Al termine dei lavori, gli esperti sono stati concordi nell’importanza di affrontare la lotta al dolore muscolo scheletrico attraverso la ricerca e l’aggiornamento medico non limitandosi agli specialisti, ma coinvolgendo anche altre figure sanitarie non meno importanti, quali i medici di medicina generale e i farmacisti. Per una sfida così importante, infatti, è fondamentale che tutti i professionisti della terapia imparino a gestire percorsi terapeutici farmacologici alternativi ai FANS, per esempio i derivati della cannabis o/e nuovi oppiacei.