Il presidente di Fofi ha commentato i dati del rapporto ‘Health at a glance’

La spesa sanitaria ha ripreso a crescere a livello internazionale nel 2016, in media del 3,4% (dati Ocse) in parallelo alla generale ripresa dell’economia, ma è ancora molto lontana dalla crescita annua del 4-6% che era tipica degli anni pre-crisi, fino al 2009. Il rapporto Health at a glance 2018 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) è stato da poco aggiornato con gli ultimi dati relativi al 2016 e indica anche l’Italia, insieme a Spagna e Portogallo, tra i Paesi che solo ora stanno faticosamente riuscendo a tornare vicino ai livelli di spesa pre-crisi (la Grecia rappresenta purtroppo un caso a se stante, avendo visto una diminuzione del 30% della capacità pro capite di spesa sanitaria).

Il consumo di beni e servizi relativi alla salute ha rappresentato in media nel 2017 l’8,9% del Pil globale, con variazioni molto marcate tra i diversi paesi. La spesa media pro capite ha superato i 4 mila dollari/anno, con picchi attorno agli 8 mila euro in paesi come gli Stati Uniti, la Svizzera, il Lussemburgo o la Norvegia. L’Italia si colloca appena al di sotto della media Ocse, mentre all’altro estremo, i valori più bassi (attorno ai mille euro) sono stati fatti segnare da Messico, Colombia e Turchia. Molto variabile è l’erogazione dai servizi da parte del governo o di servizi sanitari pubblici (olte l’80% in paesi come la Gran Bretagna, l’Islanda, la Danimarca o la Svezia, oltre naturalmente all’Italia) o tramite la copertura di assicurazioni private (oltre il 70% in paesi come la Germania, Francia, Giappone, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lussemburgo). I pagamenti out-of-pocket rappresentano in media un quinto della spesa sanitaria, secondo dati Ocse.

I commenti del presidente di Fofi

“I dati dell’Ocse confermano quanto da tempo sostengono i professionisti della salute italiani: il nostro Servizio sanitario, a quarant’anni dalla sua istituzione, sta subendo un grave sottofinanziamento” ha commentato il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli. Tra i problemi segnalati dal presidente di Fofi, anche la percentuale crescente delle persone che rinunciano alle cure e l’aumento della spesa privata, che nel periodo 2013-2017 è cresciuta quasi il 10%, raggiungendo i 37,3 miliardi. “E’ evidente che se non si inverte quella che ormai da anni è una tendenza, il perimetro dell’assistenza sanitaria andrà riducendosi al punto da compromettere i principi di universalità ed equità dell’Ssn. Già oggi, peraltro, vediamo come l’accesso alle cure e la loro qualità presentino significative variazioni tra Regione e Regione e all’interno delle singole Regioni”, ha aggiunto Mandelli.
Non meno sconfortante è il confronto con paesi come Francia e Germania, che hanno destinano a questo capitolo di spesa l’11,5 e l’11,3% del Pil, rispettivamente. “Il rapporto “Health at a glance” ci ricorda anche la necessità di razionalizzare l’uso delle risorse, visto che per l’Italia si stima una quota di spesa inefficiente pari al 19%” ha sottolineato Mandelli. Tra le proposte avanzate dal presidente di Fofi vi è il potenziamento delle cure sul territorio, dove i farmacisti e le farmacie di comunità possono dare un contributo importante.”Ma contemporaneamente non si può pensare di affrontare la sempre maggiore incidenza delle malattie croniche e i costi dell’innovazione farmacologica e tecnologica con un investimento pubblico costantemente inferiore alle necessità. Finora il sistema ha retto ma occorrono correttivi urgenti”, ha concluso Mandelli.