Integratori, presentato il centro studi Federsalus

Gli integratori alimentari valgono oggi oltre 2,5 miliardi di euro, di cui il 92 % venduti in farmacia, e rappresentano la seconda quota di mercato dopo il farmaco etico con una crescita nell’ultimo anno di quasi il 9% che supera il farmaco di automedicazione.

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Sono i dati forniti da Federsalus in occasione della presentazione del nuovo Centro studi dell’associazione che raggruppa le aziende italiane produttrici e distributrici di prodotti salutistici.

Il mercato italiano, che ha raggiunto nell’ultimo anno circa 183 milioni di confezioni vendute, è uno dei principali in Europa e “la filiera italiana”, sottolinea Marco Fiorani, presidente di Federsalus, “è considerata un’eccellenza”.

Dalla prima indagine, che ha coinvolto 108 tra le aziende associate, è risultato che quest’ultime impiegano un totale di 8.000 addetti e si tratta di aziende di dimensioni medie, disponendo di circa 50 persone occupate.

Delle 162 associate, si contano aziende specializzate nella produzione d’integratori, ma anche aziende farmaceutiche, cosmetiche e che operano nell’industria del food. In pratica coprono tutta la filiera di produzione degli integratori: materie prime (18 %), trasformazione di prodotto finito (20 %) e commercializzazione di prodotti a marchio (62 %).

I ricavi industriali superano un miliardo di euro, l’occupazione è cresciuta del 51 % nell’ultimo anno, in controtendenza rispetto alla crisi, il 58 % ha aumentato il fatturato estero e complessivamente la quota dell’export è pari al 18,6 % del valore della produzione. Per quanto riguarda l’orientamento futuro degli investimenti si confermano strategiche le aeree: innovazione di prodotto e processo, qualità, internazionalizzazione ed esportazioni.

All’interno di questo quadro piuttosto positivo, il presidente Federsalus ha posto l’accento sulla necessità che le normative europee si avvicinino maggiormente alle esigenze di benessere dei consumatori.

“L’integratore gioca ormai un ruolo da protagonista in ambito healthcare e l’industria italiana è leader in Europa”, sostiene Fiorani, “ma si muove all’interno di un quadro regolatorio ancora acerbo e poco rappresentativo della realtà della domanda e dell’offerta, che richiede parametri e regole chiare, ma anche coerenti con la natura e la destinazione d’uso dei prodotti. Le evidenze del Centro Studi Federsalus saranno uno strumento molto importante per migliorare la consapevolezza dei decision makers in questa direzione”.