La boswellia svela nuove virtù

boswellia serrata

Tra i rimedi “ever green” che Madre natura ci offre, Boswellia serrata (BS) svela nuove virtù, rinnovando l’interesse della comunità scientifica nei suoi confronti. Chi non ne conosce la potente azione antinfiammatoria e analgesica?

boswellia serrata

I polisaccaridi, ma soprattutto gli acidi boswellici e triterpenici contenuti nella gommoresina estratta dalla pianta (una oleo resina giallo-bruna, detta anche “salai guggal”) si propongono come una valida alternativa ai più classici FANS, attraverso un diverso e alternativo meccanismo di azione.

Mentre i FANS sappiamo essere in grado di bloccare la sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi, la BS spegne la 5-lipossigenasi, un altro enzima chiave coinvolto nel processo infiammatorio, in quanto presiede alla sintesi dei leucotrieni. In parallelo la BS inibisce l’azione distruttiva delle elastasi, enzimi che vanno ad attaccare e degradare il tessuto connettivo proprio nei distretti dove è in atto un processo infiammatorio. A beneficiarne sono soprattutto le patologie osteoarticolari (artrite, osteoartrite e artrite reumatoide) tanto che, nel corso di uno studio comparativo tra una sola terapia standard e una terapia standard associata a una supplementazione con un estratto di BS, i pazienti affetti da artrite alle ginocchia hanno mostrato un più significativo miglioramento funzionale e una minore esacerbazione del dolore se trattati anche con BS. Il tutto in piena sicurezza e senza effetti collaterali da segnalare…

Ma la BS in questi ultimi anni si è via via fatta apprezzare anche come terapia complementare per le Malattie Infiamatorie Croniche Intestinali (MICI o IBD, dall’inglese Inflammatory Bowel Disease) arrivando a rivelarsi in molti casi (in particolare donne dall’età media di circa quarant’anni) efficace quasi quanto la mesalazina e in altri casi, nel corso di trattamenti a lungo termine di soggetti affetti da Morbo di Crohn, può contribuire al mantenimento nella fase di remissione della malattia, senza rischi per il paziente. Recentemente la BS ha iniziato a proporsi in ambito più specificamente femminile, per il trattamento dei fibroadenomi di giovani donne. Partendo da uno studio randomizzato su 64 pazienti di età inferiore ai trent’anni, chi tra di loro nel corso di 6 mesi aveva ricevuto un’associazione di BS, betaina e myo-inositolo (piuttosto che vitamine del gruppo B e N-Acetilcisteina), al termine della sperimentazione aveva mostrato più frequentemente (quasi nel 40% dei casi, rispetto a circa il 18% del gruppo di confronto) una riduzione nelle dimensioni del fibroadenoma di partenza.

Minerva Gastroenterologica e Dietologica; 2015, Oct 22, Alimentary Pharmacology and Therapeutics; 2013, Oct; Vol. 38 Issue 8; Pages 854-863. 

Eur Rev Med Pharmacol Sci; 2016; Vol. 20 – N. 9; Pages 1860-1865.

 

 

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