La dieta mediterranea diminuisce i fattori dell’infiammazione

I benefici effetti della dieta mediterranea, ricca di una grande varietà di frutta e verdura fresche e del sapore dell’olio di oliva extra-vergine, sono stati recentemente confermati dai risultati del progetto europeo NU-AGE.

dieta mediterranea

Tutte le presentazioni e gli interventi dei relatori sono fruibili sul sito web del progetto.

La C-reactive protein, in particolare, è un marcatore dell’infiammazione collegato anche all’invecchiamento i cui livelli diminuiscono con l’assunzione regolare della dieta mediterranea. Tra gli altri effetti della dieta mediterranea, gli scienziati hanno anche evidenziato una minore perdita di materia ossea nei pazienti affetti da osteoporosi.

Il progetto, coordinato dal professor Claudio Franceschi dell’Università di Bologna e i cui risultati sono stati esposti nel corso di un convegno a Brussels, ha studiato gli effetti dello stile di alimentazione tipico dei paesi del Sud Europa in particolare sulla popolazione over 65, e ha visto il ricorso a tecniche di metabolomica, transcrittomica e genomica e all’analisi del microbioma intestinale. Una dieta mediterranea personalizzata è stata assunta da 1296 volontari sani suddivisi tra Italia, Francia, Polonia, Olanda e Regno Unito. Lo studio ha preso anche in considerazione i fattori socio-economici, le informazioni sulla salute e le barriere all’adozione di una dieta più di qualità. La più alta consapevolezza della propria nutrizione (più del 70% dei partecipanti) è stata riscontrata in Francia e Gran Bretagna, mentre all’ultima posizione è risultata la Polonia (31%). Anche l’attenzione alle informazioni nutrizionali e la comprensione dei claim salutistici riportati in etichetta varia tra i diversi paesi, con l’Italia all’ultimo posto per quanto riguarda i claim.

Il progetto NU-AGE ha durata quinquennale e coinvolge attori provenienti dal mondo della ricerca scientifica e delle aziende con lo scopo di meglio identificare i fabbisogni nutrizionali che possano aiutare a migliorare la qualità della vita e a rallentare il declino fisico e cognitivo delle persone over 65. L’identificazione dei biomarcatori che permettono di caratterizzare i target e i meccanismi molecolari o cellulari responsabili dell’effetto della dieta punta a valutare il ruolo della variabilità individuale in risposta alla dieta attraverso studi genetici ed epigenetici.

Una fase successiva del progetto prenderà in considerazione nuovi parametri, come ad esempio la sensibilità all’insulina, la salute cardiovascolare e digestiva e la qualità della vita. I risultati potranno aiutare a sviluppare nuovi alimenti funzionali per gli anziani e a supportare le raccomandazioni europee in materia di alimentazione e claim salutistici.