La protezione dei vaccini influenzali sotto la lente

Dovrebbe essere già iniziata la fase calante del ciclo influenzale 2017-2018, che secondo i dati del bollettino settimanale congiunto di Ecdc e Oms Flu News Europe, che quest’anno si è presentato di media intensità nel continente europeo.

Solo alcune zone sono state colpite da un’intensità più elevata, tra cui anche l’Italia durante la prima settimana di gennaio (non sono disponibili dati nazionali più aggiornati nel momento in cui scriviamo).
Fonti di stampa hanno segnalato nelle scorse settimane come l’influenza abbia colpito quest’anno maggiormente le persone vaccinate rispetto a chi non si è sottoposto a tale procedura. Un allarme infondato, secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e responsabile scientifico di Osservatorio Influenza, un’iniziativa volta a sensibilizzare la popolazione italiane circa l’importanza della prassi vaccinale.
Inoltre, per la categoria anziani il vaccino trivalente adiuvato rimane comunque la scelta elettiva – ha spiegato Pregliasco -, in quanto la presenza dell’adiuvante aumenta la risposta immunitaria che nell’anziano è ridotta”. La diffusione del virus B è ridotta negli anziani rispetto alla popolazione generale, secondo il responsabile scientifico dell’Osservatorio, perché questo virus si modifica meno rispetto ai virus di tipo A e colpisce maggiormente i giovani. “Ecco perché il vaccino quadrivalente è un’opzione consigliata soprattutto per i bambini e gli adulti”, sottolinea l’esperto.

I dati ufficiali del Ecdc

Questa stagione influenzale ha visto la circolazione sul territorio europeo di entrambi i tipi A e B del virus. Secondo quanto riportato dall’aggiornamento settimanale pubblicato dallo European Centre for disease prevention and control (ECDC) riferito alla seconda settimana di gennaio 2018 (l’ultimo disponibile mentre scriviamo), quest’anno il virus B è più diffuso (65%) di quello di tipo A. Più in particolare, i virus del ceppo B/Yamagata sono molto più diffusi di quelli del ceppo B/Victoria. Dati meno consistenti sono invece disponibili circa i ceppi prevalenti del virus A, che vengono indicati in (H1N1)pdm09 dalle fonti sentinella della rete di monitoraggio europeo (18%, vs 12% del ceppo H3N2, più il 5% di virus A non caratterizzati), mentre le fonti non-sentinella indicano una prevalenza del virus H3N2 (13%, vs 7% H1N1, più un 30% di virus A non caratterizzati; dati aggiornati al 25 gennaio 2018).
Secondo quanto riportato da ECDC, il 64% dei virus A H3N2 caratterizzati dal punto di vista genetico appartiene al clade 3C.2a, ovvero il gruppo indicato nelle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità per la composizione del vaccino 2017-2018 per l’emisfero Nord. Il restante 36% dei virus A appartiene alla clade 3C.2a1; entrambi i gruppi sono simili dal punto di vista antigenico, specifica la nota di Ecdc. Il virus H3N2 aveva anche dominato la passata stagione influenzale e quindi gran parte della popolazione dovrebbe già essere protetta naturalmente contro di esso.

La rete EuroMoMo di monitoraggio della mortalità a livello europeo, inoltre, ha segnalato nelle scorse settimane un aumento della mortalità nelle regioni sud-occidentali del continente e in Scozia. Anche i Cdc statutiensi hanno emesso a dicembre un’allerta circa il maggior rischio di ospedalizzazione e morte in anziani e bambini dovuto a infezioni da virus dell’influenza A/H3N2.

I cicli di produzione dei vaccini

Il ciclo d’isolamento dei virus che saranno utilizzati per la produzione del vaccino antinfluenzale destinato all’emisfero Nord avviene di norma nel mese di febbraio, mentre per l’emisfero australe a settembre. Tutte le varianti del ceppo A sono incluse nel vaccino trivalente, mentre per il ceppo B la variante inclusa viene scelta in base all’incidenza di prevalenza.

Il vaccino 2017-2018 è stato preparato con il ceppo B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria), mentre i dati dell’Ecdc mostrano come quest’anno il ceppo più diffuso nel continente europeo sia B/Yamagata, che è presente solo nel vaccino quadrivalente con la variante B/Phuket/3073/2013. Le persone vaccinate con vaccino quadrivalente, quindi, avrebbero teoricamente ricevuto una protezione più efficace contro il virus più diffuso in questo periodo.