La riscoperta di un farmaco della tradizione: l’epilobio

Parlando dell’epilobio (Epilobium angustifolium/Epilobium parviflorum) non si può fare a meno di pensare che – benché il suo impiego sia noto da secoli nella medicina popolare del Nord Europa e persino dei nativi americani – la scienza fitoterapica di oggi ha anche il merito di riscoprire strumenti terapeutici del passato.

Medico e paziente

Recentemente, l’EMA (European Medicines Agency) e la HMPC (Committee on Herbal Medicinal Products) – l’agenzia europea che presiede alla valutazione dei farmaci e il comitato che supervisiona i medicinali di origine vegetale – hanno concluso che, sulla base del suo impiego di lunga data in tutti i Paesi della Unione europea, l’epilobio può essere utilizzato nel trattamento dei pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna (BHP) per alleviare i sintomi del tratto urinario inferiore, come la difficoltà alla minzione o il frequente bisogno di urinare. Si tratta di un caso esemplare relativo ai farmaci vegetali tradizionali (per cui vige la normativa 2004/24/CE, che prevede una procedura di registrazione semplificata): per quanto gli studi clinici fin qui condotti non abbiano ancora fornito delle evidenze scientifiche schiaccianti, la HMPC ha deciso di suggellare la sua efficacia terapeutica sulla base del suo impiego (valido e sicuro), da oltre 30 anni (di cui almeno 15 anni nell’ambito dell’Unione Europea).

Citato per la prima volta nel 1652 dal botanico inglese Nicholas Culpeper (nel suo The English Physician, una vera e propria guida pratica ai rimedi in verde), questa pianta mostra un carattere deciso: cresce infatti spontaneamente su rocce e terreni bruciati, tanto da conquistarsi il nome inglese di “fireweed” (erba di fuoco).

Noto anche come “garofanino di bosco” e “fiore di Sant’Anna” (visto che la sua piena fioritura cade in corrispondenza del giorno a lei dedicato, il 26 luglio), tra le tante varietà di epilobio (oltre 200 specie) quella dalle proprietà curative sfoggia piccoli fiori di colore tra il rosso e il rosa pallido e i preparati terapeutici si ottengono proprio dalle parti aeree essiccate e sminuzzate.

Journal of Ethnopharmacology – N 156, Pages 316-346 (2014).

EMA/HMPC – Assessment report on Epilobium angustifolium L. and/or Epilobium parviflorum Schreb., herba, 24 November 2015.