Laureati in farmacia, quali prospettive? Intervista a Gabriele Costantino

Gabriele Costantino, direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma, ci parla dei principali sbocchi professionali per i neolaureati in Farmacia

Gabriele Costantino, direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco all’Università di Parma

Secondo Gabriele Costantino, direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma, i corsi di laurea in Farmacia e Ctf “offrono una solida formazione scientifica e la preparazione teorica e pratica necessarie all’esercizio della professione di farmacista e per operare, quale esperto del farmaco e dei prodotti per la salute nel settore dell’industria e del commercio”.

 

Può dirci qualcosa sui tassi di occupazione e disoccupazione dei neolaureati in questo settore?

Le lauree in Farmacia e Ctf continuano a essere tra quelle che consentono il più alto tasso di occupazione a medio-lungo termine. I dati desumibili da AlmaLaurea, indicano percentuali di occupazione a cinque anni superiori all’80%. Questi dati, tuttavia, devono essere correttamente interpretati alla luce del fatto che la gran parte degli occupati trovano lavoro in farmacia o parafarmacia, e che questo settore andrà incontro nei prossimi anni a profondi cambiamenti. Questi cambiamenti andranno anticipati, sia da parte delle Università che da parte dell’Ordine e delle associazioni professionali.

In che modo andranno anticipati questi cambiamenti?

Mi riferisco in particolare alla recente approvazione della legge sulla concorrenza, che tra le altre cose consente l’ingresso di società di capitali nelle farmacie. L’effetto a medio termine di questo è difficile da prevedere, ma non v’è dubbio che sia il farmacista titolare sia il collaboratore dovranno sempre più puntare sull’innovazione e sulla competenza per mantenere mercato. L’università deve collaborare in questo offrendo percorsi formativi sempre più focalizzati su necessità nuove, ad esempio sugli integratori, sui cosmetici, sul mantenimento dello stato di benessere, sul supporto al paziente/cliente nella gestione dei farmaci innovativi. L’idea del farmacista ‘commerciante’ che dispensa confezioni su richiesta è oramai scomparsa e sta sempre più imponendosi l’idea del farmacista professionista del benessere, del bellessere e della salute, anche come primo intervento per diminuire la spesa del Ssn. Università, Ordini e associazioni dovranno fare un’alleanza formativa per agevolare questo percorso.

Quali sono invece le opportunità presso le aziende?

La formazione professionale del laureato in Farmacia e Ctf consente un’ampia impiegabilità nel settore industriale, sia nella ricerca e nello sviluppo, che nel marketing e nella regolazione. Anche l’industria dei prodotti della salute è in continua evoluzione, per cui una formazione con solide basi chimiche, tecnologico-legislative e biologico-farmaceutiche consente al neolaureato di trovare collocazione in tutta la filiera produttiva. Naturalmente le aziende devono abbandonare una visione per cui l’Università deve formare il professionista già ‘pronto’ per le proprie esigenze e devono investire molto nella formazione secondaria secondo la logica del training on job.

Quali sono le esperienze (formative, di specializzazione, all’estero ecc.) che possono portare valore aggiunto e facilitare il neolaureato nel trovare un’occupazione?

La laurea in Farmacia e in Ctf è regolata da disposizioni di legge su base europea. Se da un lato questo consente al laureato di poter esercitare la professione del farmacista in tutta l’Unione Europea, dall’altro introduce dei vincoli e delle rigidità in termini di piano di studi, che non permettono sempre di adeguarsi ai veloci cambiamenti del mondo industriale e professionale. Per questo motivo è sempre più opportuno completare il percorso formativo con esperienze più direttamente legate allo sviluppo professionale che si intende percorrere. Le Università italiane offrono un ventaglio di Master, di Scuole di Specializzazione e di Corsi di Dottorato in grado di coprire gran parte delle esigenze. Il neolaureato (ma questo vale per qualsiasi laurea, non solo in Farmacia/Ctf) dovrebbe inoltre porre molta attenzione nello sviluppo dei cosiddetti ‘soft-skills’, di tutte quelle competenze trasversali, cioè, che consentono di valorizzare la formazione di base, dalle lingue straniere, all’abilità comunicativa, alle capacità manageriali.