Le Iene, la risposta dei farmacisti di Imperia

Vi è un risvolto particolare nel servizio che la giornalista de “Le Iene”, Nadia Toffa, ha dedicato ai benefici della distribuzione diretta il 13 marzo scorso. Il reportage, infatti, pur riferendosi all’intera realtà italiana, coinvolge direttamente una specifica situazione che sta attraversando un momento delicato proprio riguardo alle modalità di distribuzione dei farmaci.

Si tratta della provincia di Imperia che, dal 2001, è l’unica in Liguria a far ricorso alla distribuzione diretta, ma che è in attesa della conclusione di una lunga trattativa tra Regione e Federfarma per rivedere integralmente le modalità di distribuzione del farmaco nel territorio ligure. La negoziazione prevede, tra l’altro, l’introduzione della distribuzione per conto anche nella provincia imperiese ed è ora giunta alle fasi conclusive. In questo contesto, il servizio de “Le Iene” potrebbe rappresentare un elemento turbativo e i diretti interessati sospettano che gli autori ne fossero perfettamente coscienti. Non foss’altro per il fatto che Mara Saglietto, interpellata come principale voce a sostegno della distribuzione diretta, è parte in causa nelle vicende di quel territorio: fu lei, infatti, a introdurre la modalità diretta in provincia di Imperia ai tempi in cui era dirigente presso la Asl di competenza. Una decisione che diede vita a un’eccezione regionale a tutt’oggi non ancora risolta.

Una trattativa complessa

«Dopo l’avvento del nuovo assessore alla sanità, on. Sonia Viale», ci spiega Stefania Mostardini, titolare della omonima farmacia a Costarainera (IM) e vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti a Imperia, «sembrava che questa anomalia dovesse finalmente essere sanata, uniformando tutto il territorio regionale. Ma ora il servizio andato in onda nella puntata del 13 marzo de “Le Iene” è intervenuto in modo pesante e scorretto in un contesto delicato. Un tempismo nella messa in onda che appare quantomeno sospetto: lo scopo sembra proprio essere quello di compromettere la complessa trattativa in corso».

Elvio Barla, presidente di Federfarma Imperia, condivide i dubbi sulla tempistica: «È senz’altro sospetta. Un servizio scandalistico, senza alcun contraddittorio, che afferma cose inesatte in modo fuorviante e viene diffuso durante la fase conclusiva di una contrattazione complessa e delicata. Difficile pensare che sia una semplice coincidenza. Vorrei anche capire il perché di tutto questo astio, questo aperto contrasto verso i farmacisti, espresso senza nessun confronto con la controparte. Appare evidente che ci sono in gioco interessi forti che vanno al di là delle considerazioni sul rapporto costi/benefici».

I costi nascosti

Ma non è solo il calendario della trasmissione a preoccupare Barla: «La prima cosa che balza all’occhio è che, nel servizio, il farmaco viene definito “una scatola”. Questo rivela in modo evidente il differente approccio tra struttura pubblica e farmacia. Per la Asl questa attività si riduce alla mera consegna del farmaco. Il tanto declamato “servizio a domicilio”, infatti, si limita al recapito della scatola da parte di un dipendente della struttura pubblica. Gli stessi punti Asl sono solo centri di distribuzione dei farmaci dove capita che le persone debbano attendere in coda all’esterno delle strutture, come avviene a Bordighera. Sono costi sociali importanti che vengono scaricati sul cittadino in piena contraddizione con le altisonanti dichiarazioni dei politici».

Un problema soprattutto di visione, spiega ancora il presidente di Federfarma Imperia.

«Noi farmacisti vediamo questo ruolo in modo molto diverso. In farmacia non ci limitiamo a distribuire il medicinale, ma accompagniamo il paziente in tutto il percorso: forniamo le necessarie informazioni di utilizzo, offriamo assistenza in caso di problemi, di dubbi ecc. Si tratta di un servizio essenziale che non viene fatto rientrare nel calcolo dei costi.

Non è un caso se le farmacie si classificano sempre ai primi posti nei sondaggi sul gradimento: c’è un modo di approcciare le persone fragili in modo attento, professionale, specifico.

Se il problema fosse solo quello della consegna tanto varrebbe introdurre distributori automatici con lettori di codice a barre: sarebbe ancora più economico.

C’è anche un altro costo che non viene mai preso in considerazione nei calcoli: lo spreco di farmaci. I centri di distribuzione delle Asl sono pochi e tendono a rifornire i pazienti con quantità di medicinali che possano coprire lunghi periodi ma una parte significativa di questi farmaci non viene utilizzata e finisce nei rifiuti. Uno sperpero inutile che viene evitato con la distribuzione tramite le farmacie le quali, essendo diffusse in modo capillare, possono erogare ogni volta la giusta quantità di farmaco senza creare disagio ai pazienti». In tema di sperperi, il servizio de “Le Iene” paventa anche il pericolo di frodi associate alla distribuzione per conto.

«La nostra collega Mara Saglietto afferma si siano verificate “grosse truffe”. A questo riguardo voglio ribadire che su questi aspetti noi siamo sempre stati molto attenti: abbiamo sempre sostenuto che, laddove si verifichi un illecito, la magistratura deve intervenire e punire chi froda. Chi sbaglia deve pagare, senza sconti.

Mi pare, del resto, che il problema dei furti di farmaci sia una questione che attanaglia soprattutto le strutture pubbliche. Tra l’altro, l’introduzione della nuova piattaforma digitale permetterà un controllo costante dei farmaci da parte della Asl che potrà seguire in ogni passaggio della procedura. Sarà virtualmente impossibile qualsiasi falsificazione. È un software open source e non può celare trucchi nemmeno all’interno del suo codice di programmazione.

Vorrei anche sottolineare un altro fatto spiacevole: nel servizio si associa esplicitamente la possibile frode con i farmaci per l’epatite cronica sottolineandone i costi elevati. Questi prodotti, però, non vengono e non verranno distribuiti dalle farmacie. Esiste un’apposita lista di medicinali esclusi dalla distribuzione in nome e per conto di cui fanno parte anche i farmaci per l’epatite cronica. Un’altra dimostrazione che il servizio de “Le Iene” sostiene una tesi precostituita anche a costo di distorcere la realtà».

Proprio la sicurezza ostentata da Nadia Toffa nel sostenere i benefici della distribuzione diretta infastidisce particolarmente i farmacisti. Soprattutto in tema di risparmio economico per la collettività: «sono molte e autorevoli le fonti che lo mettono in discussione, dati alla mano», spiega ancora Stefania Mostardini, «inoltre, non si tiene mai in conto che le farmacie sono presenti sul territorio in modo capillare e seguono orari di apertura che coprono l’intera settimana, anche durante la notte. Le strutture delle Asl, invece, sono poche e spesso difficili da raggiungere, soprattutto per gli anziani, distribuiscono i medicinali per poche ore al giorno e sono chiuse dal venerdì pomeriggio fino al lunedì mattina. Se le Asl dovessero adeguare la qualità del servizio agli standard offerti dalle farmacie, quali sarebbero i costi aggiuntivi?»

Ma anche senza calcolare l’adeguamento del servizio i conti non tornano. Graziano Colombo, titolare dell’omonima farmacia a Sanremo e presidente del Consorzio Farmacie Riviera dei Fiori, ci spiega le sue perplessità sulle modalità con cui sono stati stimati i costi: «Il calcolo riportato è del tutto incompleto. Nel misurare i costi della distribuzione diretta viene inserito solamente il prezzo del farmaco senza mai prendere in considerazione i costi del personale impegnato (ivi compresi i premi annuali per la distribuzione diretta), il costo dello stoccaggio e degli scaduti né quelli di trasporto per la consegna dei farmaci a domicilio. È chiaro, invece, che il prezzo della farmacia tiene conto anche delle spese di personale. Consideri che in Asl sono impegnate circa 30 persone a tempo pieno in questa attività, un costo sicuramente non irrilevante».