Le proprietà del rafano

La radice di rafano contiene minerali essenziali quali calcio, fosforo, potassio, ferro e magnesio ed è ricchissima di vitamina C, molto più degli agrumi.
Contiene inoltre sinigrina, un olio volatile con spiccate proprietà antibatteriche.
Menzionato nell’Esodo dell’Antico Testamento tra le erbe amare della Pasqua Ebraica, il rafano è conosciuto per le sue proprietà fin dai tempi antichi.

radice di rafano

Il nome latino è Armoracia rusticana, appartiene alla famiglia delle Crucifere e se ne utilizza prevalentemente la radice.
È chiamato anche barbaforte o raifort, che significa radice forte per il sapore bruciante. I francesi chiamano il rafano anche “senape dei tedeschi”.
La medicina tradizionale consiglia l’uso di radice di rafano contro raffreddore e influenza, per le proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e mucolitiche sulle vie respiratorie. Inoltre il rafano è antiossidante, stimola la diuresi, migliora digestione e circolazione sanguigna e, miscelato con un po’ di grappa e applicato su strappi muscolari o reumatismi, dona sollievo immediato.

In virtù delle notevoli proprietà depurative a livello epatico la radice di rafano è presente in numerosi integratori, in associazione con piante quali carciofo, genziana, tarassaco, cicoria.
Sembra che il consumo di rafano possa aiutare anche a perdere peso durante le diete per il controllo del peso ponderale. Infatti, come tutti gli alimenti piccanti, anche il rafano sarebbe in grado di accelerare il metabolismo, aiutando a bruciare i grassi in eccesso.
L’Università Comenius di Bratislava ha testato la radice di rafano per una possibile attività protettiva sul DNA in caso di danno ossidativo con H2O2. Lo studio ha dimostrato l’attività protettiva esercitata dal rafano, probabilmente legata alle proprietà antiossidanti della radice (1).
Anche in ambito cosmetico la radice di rafano trova un suo interessante spazio. Sono molte, infatti, le creme contro le macchie cutanee che presentano nella loro formulazione la radice di Armoracia.

Chi non dovrebbe utilizzare il rafano

Se consumato in dosi eccessive, il rafano può irritare le mucose gastriche. Il suo uso viene sconsigliato a chi soffre di gastrite, ulcera, reflusso gastroesofageo, disfunzioni renali ed epatiche e in gravidanza e allattamento.

Radice dalle proprietà piccanti

Molto utilizzato in cucina il rafano ha un sapore intenso. Si può grattugiare la radice fresca direttamente su salse, minestre, sandwich, frittate e vinaigrette. Si possono preparare salse che accompagnano arrosti, carni in umido o bolliti, pesci affumicati o frutti di mare. La radice di rafano si accosta bene a patate, barbabietole, sedano, pastinaca, tonno, legumi, salumi e uova. L’importante è non eccedere nelle quantità perché il sapore è piuttosto pungente e piccante. La radice fresca, mentre è grattugiata, sprigiona esalazioni fortissime e irritanti per gli occhi e le mucose nasali, come avviene quando si affettano le cipolle. Una volta tagliata, se viene lasciata all’aria, si ossida e tende ad annerirsi. Per evitarlo viene irrorata con una soluzione di acqua e limone o aceto e conservata in aceto di vino bianco. Con la radice di rafano si prepara la salsa Cren, che prende il nome dalla parola Kren-cren-crenson, termine usato dai Russi per indicare la barbaforte.

Curiosità

Quando i parassiti infestano le piante di melo una soluzione naturale può essere quella di irrorare le piante con l’infuso di radice di rafano, diluito con tre parti di acqua.

Autore: Elena Frosini

Bibliografia

  1. Gafrikova M., Galova E., Sevcovicova A., Imreova P., Mucaji P., Miadokova E., Extract from Armoracia rusticana and its flavonoid components protect human lymphocytes against oxidative damage induced by hydrogen peroxide, Molecules. 2014 Mar 14;19(3):3160-72.