Le relazioni tra diabete, BMI e rischio di tumore

Un indice di massa corporea (BMI) superiore a 25 Kg/m2 e la concomitante presenza di diabete sarebbero stati alla base del 5,6% dei nuovi casi di tumore nel 2012, suggerisce un articolo pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology. “Poiché la prevalenza di questi fattori di rischio per il cancro aumenta, gli sforzi clinici e della salute pubblica dovrebbero focalizzarsi nell’identificare misure preventive e di screening per la popolazione e per i singoli pazienti. È importante che siano implementate politiche alimentari efficaci per contrastare l’aumento della prevalenza del diabete, l’alto indice di massa corporea e le malattie collegate a questi fattori di rischio”, ha spiegato l’autore principale dello studio, Jonathan Pearson-Stuttar dell’Imperial College di Londra.

obesità

I dati dello studio

Lo studio rappresenta il primo nel suo genere, ed ha cercato di quantificare la relazione tra la malattia, la condizione di sovrappeso o obesità e il rischio di contrarre un tumore. È stato preso in considerazione l’aumento di nuovi casi per diciotto diversi tipi di tumore, sulla base della prevalenza del diabete e di un alto indice di massa corporea, in 175 paesi nel periodo 1980-2002. Gli autori hanno inoltre esaminato l’incidenza di dodici tipi di tumore nel 2012, negli stessi paesi.

La percentuale del 5,6% indicata dallo studio corrisponde a poco meno di 800 mila casi totali di tumore, di cui il 3,9% attribuibili a un alto BMI (544 mila) e il 2% alla presenza di diabete (280 mila). Il diabete e il sovrappeso/obesità rappresentano due delle emergenze sanitarie più diffuse a livello globale, e toccano rispettivamente 422 milioni e 2 miliardi circa di persone adulte. Secondo lo studio, il rischio di tumore sarebbe correlato alle modifiche del metabolismo che presentano questi soggetti, oltre che alla concomitante presenza d’infiammazione cronica e di cattiva regolazione dei livelli di ormoni come gli estrogeni.

La correlazione più alta è stata riscontrata nei paesi occidentali (38,2%, pari a 303 mila casi) e del sud-est asiatico (24,1%, pari a poco meno di 191 mila casi). L’impatto più basso è stato evidenziato per la Tanzania, Mozambico e Madagascar. Andando ad analizzare le tipologie di tumore, particolarmente elevati sono i numeri riferiti ai tumori epatici e a quelli endometriali (24,5% e 38,4%, rispettivamente), con un andamento che dipende comunque dalle diverse aree geografiche considerate.

Gli autori dell’articolo sottolineano come il rischio potrebbe ulteriormente aumentare da qui al 2025, diventando del 30% per le donne e del 20% per gli uomini sulla base delle proiezioni della prevalenza di diabete e BMI nel 2025 rispetto al 2002.