Linee guida condivise per l’ipercolesterolemia

Le nuove linee guida Colesterolo e rischio cardiovascolare: percorso diagnostico-terapeutico in Italia, per la prima volta nel nostro paese hanno riunito in un unico documento di consenso la visione di sedici diverse società scientifiche e dell’Istituto superiore di sanità riguardo all’approccio da adottare per la gestione del colesterolo Ldl, il cosiddetto colesterolo ‘cattivo’ che rappresenta il principale fattore di rischio per l’insorgenza delle patologie cardiovascolari.

Test genetici

Il documento è stato presentato al congresso dell’Anmco, l’associazione dei cardiologi ospedalieri, che si è tenuto a Rimini lo scorso giugno.

Un percorso che pone il paziente al centro

Gli esperti delle società firmatarie (Anmco, Iss, Amd, Ance, Arca, Fadoi, Gicr-Iacpr, Sici-Gise, SiBioC, Sic, Sicoa, Sid, Sif, Simeu, Simg, Simi e Sisa) hanno preso in esame, in modo particolare il ruolo dell’ipercolesterolemia nella comparsa della patologia aterosclerotica e le modalità per la sua gestione clinica. Il documento prende in considerazione il rapporto tra gli alti valori di colesterolo Ldl nel sangue e il rischio cardiovascolare individuale e le opzioni terapeutiche a disposizione dei sanitari che hanno in cura il paziente, oltre a delineare il percorso diagnostico e terapeutico più adatto. Quest’ultimo è stato considerato anche rispetto ai nuovi parametri di riferimento per i valori accettabili di colesterolo Ldl, che non rispecchiano più un valore prefissato ma considerano invece un valore tarato sulle caratteristiche specifiche e la condizione di salute del singolo paziente. “Il tutto per prevenire un infarto al cuore o un ictus cerebrale in chi non li ha avuti e per evitare una recidiva in chi ne ha sofferto“, ha commentato il presidente di Anmco, Michele Gulizia. Le nuove linee guida sono state anche inviate al ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, e all’Agenzia italiana del farmaco.

L’impatto del colesterolo ‘cattivo’

L’ipercolesterolemia colpisce 2,5 milioni di italiani tra i 35 e i 79 anni, con un impatto economico che ammonta a oltre un miliardo di euro, il 96% dei quali destinati alle ospedalizzazioni e solo il 4% per farmaci e assistenza specialistica. L’adozione delle nuove linee guida dovrebbe permettere di ridimensionare tali cifre, secondo Gulizia, per il quale il documento “intende rivoluzionare il modo di fare medicina contro l’ipercolesterolemia, offrendo finalmente una visione univoca su come vanno trattati i pazienti in funzione del proprio profilo di rischio cardiovascolare“.

Rif. Giornale italiano di Cardiologia, 2016; 17(6 Suppl. 1): 3S-57S, doi: 10.1714/2264.24358