Il Manifesto EBM per migliorare le evidenze scientifiche

Il “Manifesto EBM per migliorare l’assistenza sanitaria” è nato dalle riflessioni emerse durante l’annuale conferenza Evidence Liveorganizzata dal British Medical Journal e dal Centre for Evidence Based Medicine dell’Università di Oxford allo scopo di produrre, disseminare e implementare evidenze scientifiche in sanità, ed è stato pubblicato sulla rivista Evidence edita dalla Fondazione GIMBE.

I punti al centro dell’attenzione

I modelli sanitari del nuovo millennio che pongono il paziente al centro della filiera della cura pongono ogni giorno medici e professionisti della sanità, oltre che i pazienti stessi, davanti alla consapevolezza dei molti problemi che ancora attanagliano l’intero ecosistema delle evidenze scientifiche, dalla ricerca di base all’implementazione nella pratica clinica.  Problemi che il Manifesto riassume, a partire dalla mancata pubblicazione dei risultati della metà dei trial clinici, della maggior probabilità di veder pubblicati i risultati degli studi che hanno avuto esito positivo e dal continuo aumento dei costi di sviluppo clinico dei farmaci, quintuplicato nell’ultimo decennio. Il Manifesto segnala anche il perdurare dei conflitti d’interesse tra gli autori delle linee guida per la pratica clinica e le aziende sponsor.

Il Manifesto EBM è il frutto del confronto dei vari attori della filiera e nelle intenzioni dei suoi estensori è un documento destinato ad evolvere nel tempo, grazie al lavoro che vari gruppi condurranno a livello mondiale. “Anche se affrontare i problemi richiederà tempo, risorse e sforzi, tutta la comunità EBM dovrebbe prendersi in carico questa responsabilità”, è l’auspicio degli autori.

Il percorso delineato dal manifesto EBM

Risulta quindi sempre più importante, sottolinea il Manifesto, che professionisti sanitari e pazienti siano davvero in grado di utilizzare sempre le migliori evidenze scientifiche a supporto di un processo decisionale informato. Gli autori del Manifesto sottolineano il paradosso di come la qualità delle evidenze scientifiche sia peggiorata nonostante il loro numero sia aumentato. Per superare l’attuale impasse, essi invitano quindi tutti a dare il loro contributo tramite l’adesione a un movimento finalizzato a migliorare la produzione delle evidenze scientifiche. Il percorso proposto, delineato dal Manifesto EBM, consta dei seguenti punti:

  • Espandere il ruolo di pazienti, professionisti sanitari e policy maker nella ricerca;
  • Aumentare l’utilizzo sistematico delle evidenze disponibili;
  • Rendere i risultati della ricerca rilevanti, replicabili e accessibili agli utilizzatori finali;
  • Ridurre le pratiche di ricerca discutibili, i bias e i conflitti di interesse;
  • Garantire una regolamentazione di farmaci e dispositivi rigorosa, trasparente e indipendente;
  • Produrre linee guida per la pratica clinica più facilmente implementabili;
  • Supportare l’innovazione, il miglioramento di qualità e sicurezza dell’assistenza, attraverso un maggiore utilizzo dei real world data;
  • Formare all’evidence-based healthcare professionisti, policy maker e cittadini al fine di compiere scelte informate;
  • Incoraggiare le generazioni future di EBM leader.

Gli altri dati del Manifesto EBM

Secondo quanto riportato nell’articolo pubblicato su Evidence, ben l’85% delle risorse investite nella ricerca andrebbero attualmente sprecate. Anche le rigorose revisioni Cochrane riportano dati poco incoraggianti, col l’86% di esse che non include dati relativi all’outcome primario di sicurezza. In letteratura, inoltre, sarebbero ancora assenti studi rigorosi che prendano in considerazione strategie di processo decisionale condiviso, come indicato da una revisione sistematica condotta su 39 studi clinici.

Molti sono ancora i lati oscuri che, secondo il Manifesto EBM, accompagnano il processo di sviluppo clinico, come sarebbe testimoniato dai 12 miliardi di euro di sanzioni comminate all’industria farmaceutica negli anni 2009-2014 in conseguenza di illeciti penali e civili. Ciò nonostante, le modifiche di sistema per prevenire il ripetersi di tali illeciti sono ancora troppo sporadiche. Un altro problema sollevato dal Manifesto è il ricorso a pratiche discutibili – quali data mining per ottenere effetti statisticamente significativi, reporting selettivo degli outcome, switch di outcome, bias di pubblicazione, deviazioni dal protocollo, occultamento di conflitti di interesse – che sono state segnalate dal 34% dei ricercatori.

Anche il processo di pubblicazione non è esente da ombre, secondo le cifre riportate dal Manifesto EBM: l’8% degli autori di un campione di 630 articoli hanno ammesso che le loro dichiarazioni di authorship contenevano dichiarazioni mendaci, mentre da un sondaggio condotto nel 2012 tra 9 mila autori e revisori del BMJ è emerso che il 9,5%  circa di essi (13% dei 2.782 ricercatori che hanno risposto) è stato testimone o sa da fonti certe di ricercatori attivi nel Regno Unito che hanno aggiustato, alterato o inventato i dati in modo improprio durante le loro ricerche, al solo scopo di pubblicare.

Rif: Evidence, Giugno 2017 | Volume 9 | Issue 6 | e1000167