Medico e farmacista consulenti sugli integratori alimentari per due persone su tre

farmacista cerca medicinaIn 2 casi su 3 medico e farmacista si confermano come gli influenti principali per il consumatore, che decide di acquistare un integratore soprattutto per prevenire o risolvere piccoli problemi di salute. Mentre per la ricerca d’informazioni sugli integratori per migliorare il proprio benessere, cresce il ruolo di internet. Queste considerazioni sono emerse da un’indagine di GfK Eurisko, realizzata per Federsalus, l’Associazione Nazionale Produttori Prodotti Salutistici.
La crisi economica si fa sentire e per la prima volta, i ricercatori hanno registrato un segnale di frenata nella spesa per salute e benessere in Italia. L’indagine denominata “Gli orientamenti degli italiani verso gli integratori e il ruolo degli influenti” evidenzia, infatti, una riduzione del 5% dei consumi nell’area benessere. Gli italiani non rinunciano però alla qualità, preferendo essere più attenti prima di aprire il portafoglio, ma quando lo fanno prediligono uno standard qualità/prezzo più alto, anche per quanto riguarda gli integratori alimentari, utilizzati almeno una volta nel corso del 2013 da 7 abitanti del Bel Paese su 10.
Federsalus, parallelamente, ha commissionato anche un’analisi dei dati di vendita del comparto a Nielsen. Nell’ultimo anno (gennaio 2013 – gennaio 2014) il mercato degli integratori alimentari ha registrato un fatturato di 1.964,5 milioni di euro, corrispondenti a 141 milioni di confezioni vendute. In percentuale ha registrato un + 3,1 % in fatturato e + 2,1 % in numero di confezioni vendute. La ricerca Nielsen Market Track Healthcare ha evidenziato che, nonostante una crescita più contenuta rispetto i 12 mesi precedenti, la farmacia si conferma il canale d’elezione con una quota a valore pari all’87 % del mercato totale, con la cifra di 1.713,2 milioni di euro. Nel canale si sono vendute anche + 1,4 % di confezioni rispetto l’anno precedente, pari a 112 milioni. In farmacia i più venduti sono: prodotti per la tosse, antireumatici e antidolorifici, fermenti lattici, integratori per il benessere delle vie urinarie e quelli per il controllo del colesterolo, calmanti e sonniferi. Questi prodotti, caratterizzati da mercati più piccoli, nel canale farmacia sono però cresciuti di più, rispetto i prodotti in cima alla lista dei più venduti in assoluto, come fermenti e multivitaminici. Il trend a valore positivo del + 2,9 % totale è, in sostanza, una tenuta del mercato ed è dovuto a un leggero aumento dei prezzi.
I prodotti più venduti nella Gdo rimangono: fermenti lattici, multivitaminici, integratori per gli sportivi e salini, lassativi. Nel canale della grande distribuzione il mercato cresce a valore del 6,3% per un totale di 137,3 milioni di euro. La parafarmacia rappresenta il 5,8 % del mercato ed è in crescita: + 2,4 % le vendite a valore per un fatturato di 113,8 milioni di euro e 7,4 milioni di confezioni vendute, registrando un + 0,9 % rispetto l’anno precedente. Come in farmacia, anche in parafarmacia si distinguono gli integratori per il controllo del colesterolo, antidolorifici, integratori per il benessere delle vie urinarie e oftalmici.
Anche i dati di mercato, quindi, confermano il rapporto positivo degli italiani con gli integratori, registrato dall’indagine di Gsk Eurisko. Infatti dalla ricerca si evidenzia che chi usa integratori ne rimane soddisfatto, tanto che 7 persone su 10 dichiarano di essere pronti a riutilizzarli qualora ne sentissero la necessità.
Le motivazioni, dichiarate dagli intervistati, alla base della scelta di integrare la dieta quotidiana sono sia la cura e la prevenzione di alcuni disturbi, sia il miglioramento delle performance. Per quanto riguarda la cura, la metà degli utilizzatori li assume per migliorare il proprio stato di salute, soprattutto in caso di raffreddore e disturbi gastrointestinali. L’utilizzo di supplementi per la prevenzione, invece, è preferito dagli over 65 (+32% rispetto allo scorso anno) e dalle donne. Queste ultime rappresentano la principale categoria di consumatori d’integratori (il 68% rispetto il totale dei consumatori), invertendo una tendenza che fino allo scorso anno vedeva un primato maschile. I giovani, invece, sono la categoria che li utilizza con lo scopo di migliorare le performance fisiche e cognitive (+47% rispetto allo scorso anno).