Morgantini (Pisa): le aggregazioni di farmacie sono una risorsa

Enrico Morgantini, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Pisa

Intervista a Enrico Morgantini, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Pisa.

Quali sono le principali criticità e opportunità per le farmacie pisane, dottor Morgantini?

Le criticità sono quelle comuni anche ad altre aree della Toscana e non solo: difficoltà di gestione da parte del Servizio sanitario nazionale e aumento della distribuzione per conto; le problematiche dell’assistenza integrativa e la crescita dei generici in prescrizione. Ai farmacisti è richiesto un impegno crescente, un lavoro più intenso, mentre al tempo stesso i margini si assottigliano. Quanto alle opportunità, i servizi ne sono l’esempio, ma le normative regionali sulla loro regolamentazione non sono ancora state delineate con chiarezza e questo fa sì che ciascuno proceda in ordine sparso. Autoanalisi pressorie e misurazioni con holter o esami diagnostici offerti a prezzi interessanti, specie a fronte degli spostamenti verso le cliniche che i cittadini dei piccoli centri sarebbero altrimenti costretti a sobbarcarsi, sono molto apprezzati dalla clientela della provincia. Senza contare le offerte più specializzate come i colloqui con gli psicologi svolti direttamente in farmacia.

Enrico Morgantini, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Pisa

Le interviste coi farmacisti del territorio fanno emergere l’importanza della cooperazione.

È senz’altro una risorsa: le associazioni in cooperativa nella distribuzione intermedia sono di grande aiuto perché le farmacie più piccole possano dare vita a virtuose economie di scala per acquisire tecnologie importanti come holter ed elettrocardiografi. A Pisa la principale cooperativa di farmacisti è in attività da oltre 60 anni e il ruolo di queste reti è anche di supplire alle carenze di tipo economico e non solo evidenziate dal sistema nel suo complesso. Il loro sviluppo è incoraggiante.

Visto dalla presidenza dell’Ordine della provincia di Pisa, qual è oggi lo stato di salute delle croci verdi della zona?

Oggi più che mai titolari e professionisti in genere devono agire con grande attenzione perché ogni errore può generare perdite ingenti e un moltiplicarsi delle chiusure finirebbe per danneggiare i cittadini: la farmacia in crisi finanziaria, che non può acquistare farmaci, è un problema per tutti.

Quali, fra le iniziative dell’Ordine provinciale Le sembrano le più meritevoli di nota e menzione?

Annualmente organizziamo campagne di sensibilizzazione e screening come quelle sui melanomi che prevedono la presenza di specialisti ed esperti in farmacia, a disposizione dei clienti; oltre ai corsi di aggiornamento e alle settimane dedicate a temi quali la misurazione della pressione. Sulla formazione, sino a quando la Federazione ha potuto agire da provider, sono stati organizzati progetti Ecm residenziali che, con un elevato indica di gradimento da parte dei colleghi, garantivano ottimi metodi di accreditamento. Con il tempo è divenuto inevitabile stringere legami con altre strutture; la concorrenza in quest’ambito si è infittita ed è aumentata l’offerta di training a distanza (Fad). Ma la formazione resta un tema essenziale sul quale vogliamo puntare di nuovo, fortemente.

Cosa serve alle farmacie della provincia di Pisa per conservare un ruolo di primo piano?

Servono investimenti, certamente, ma ancor più servono strategie precise, normative ben definite e una maggiore attenzione da parte della politica. Le croci verdi si stanno evolvendo. Forse lentamente, ma stanno cambiando volto. E quando si parla di budget, credo che l’ingresso di società di capitale nella proprietà non vada di per sé demonizzato. Purché queste mettano le loro risorse al servizio di un progetto e non si limitino a investire per il puro gusto di farlo: non ci interesserebbe. Quanto alla politica e alle istituzioni, talora ci siamo sentiti poco considerati e ascoltati. L’esempio sono le cosiddette proiezioni, nuove aperture in capo a titolari di farmacie già in esercizio, indipendenti dalle modifiche della pianta organica, che avevamo sconsigliato e alle quali si è invece proceduto ugualmente. Con risultati tanto deludenti da giustificare le nostre iniziali preoccupazioni.