Presentata la VI indagine di settore di FederSalus

Indagine FederSalus

Nel corso dell’ultimo anno, il settore degli integratori alimentari ha mostrato la sua resilienza e capacità innovativa, confermata dall’accresciuto riconoscimento che i consumatori conferiscono a questi prodotti. La farmacia il principale canale di vendita

FederSalus ha presentato giovedì 24 giugno la VI indagine di settore “La filiera alimentare dell’integratore”, un lavoro che intende esplorare le principali direttrici economiche, occupazionali e strutturali dell’industria italiana del comparto. L’indagine 2020 ha preso in considerazione un campione di 240 aziende, pari al 51% delle associate. Dallo studio è emersa la grande capacità di resilienza e innovazione del settore che, nonostante l’anno di complessiva difficoltà, ha mostrato la propria solidità, proseguendo con importanti investimenti in ricerca e sviluppo e nell’assunzione di nuova forza-lavoro.
«Il risultato più importante – ha sottolineato in apertura il presidente Germano Scarpa – è il riconoscimento avuto da parte dei consumatori, che vedono negli integratori prodotti essenziali al raggiungimento e al mantenimento del benessere fisico e mentale».

Indagine FederSalus

La farmacia è il principale canale di vendita

Nel 2020 si è riscontrata in generale una accresciuta attenzione rispetto ai temi della salute e del benessere. In questo contesto, il mercato degli integratori ha proseguito il proprio trend di crescita avviato già da oltre un decennio. L’86% delle vendite si sono concentrate in farmacie e parafarmacie, il 9% nella grande distribuzione organizzata mentre il restante 5% è stato acquistato attraverso le piattaforme online di farmacie e parafarmacie. Dopo i farmaci, gli integratori rappresentano la seconda categoria di prodotti venduti in farmacia. Nel 47% dei casi la vendita di questi prodotti è supportata da suggerimenti del professionista: farmacista e medico di famiglia in primis.

I prodotti clou del 2020

«Nell’ultimo anno l’attenzione dei consumatori si è concentrata sul rafforzamento del sistema immunitario, del benessere, del sonno e del rilassamento. Gli immunostimolanti sono cresciuti del 36%, mentre si è osservato un calo nelle vendite di probiotici» ha sostenuto Madi Gandolfo, direttore generale di FederSalus.
Il 2020 si è chiuso con un complessivo aumento del 3% nelle vendite, frutto di un -1% dei prodotti maturi e di un +4% riscontrato dai nuovi prodotti. Nel primo bimestre 2021 le vendite hanno registrato un calo del 7-8%, ma il settore ha poi  vissuto una ripresa nei mesi successivi, in cui l’aumento è stato sostenuto: ad aprile è stato segnato un +25%.

La responsabilità sociale e l’export

Resilienza e innovazione sono state le caratteristiche distintive del comparto in questo ultimo anno, ma grande attenzione è stata riservata alla responsabilità sociale. L’84% delle aziende oggetto dell’indagine ha dichiarato di aver intrapreso o di essere in procinto di dare avvio a iniziative per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. «I prodotti che le nostre aziende utilizzano non sono di primo impiego, ma di seconda lavorazione. Questo è vero per materie prime come l’uva, le arance, il bergamotto e conferma la propensione delle aziende alla sostenibilità e a un’economia circolare» ha enfatizzato Madi Gandolfo.

Per quanto riguarda l’export, il Covid ha determinato impatti negativi per il 43% delle aziende, con un valore negativo del -4,2%. In ogni caso, i mercati esteri rimangono un obiettivo rilevante per il settore, con ampi margini di sviluppo: il 54% delle aziende dichiara che l’incidenza dell’export sul fatturato è inferiore al 25%. I principali mercati di riferimento per l’export sono la Spagna, la Romania, la Grecia e la Svizzera. Sono tuttavia numerose le aziende che guardano con interesse al mercato statunitense, asiatico, russo e tedesco.