Professionalità e solidarietà nell’emergenza in Abruzzo

IMG_7321Orlandi-2bAlfredo Orlandi è da sei anni il presidente di Federfama della provincia de L’Aquila, duramente provata dal terremoto del 6 aprile 2009, nonché presidente Sunifar, il Sindacato Unitario dei Farmacisti rurali. Ed è inevitabilmente delle conseguenze di questo catastrofico evento che inizia la conversazione con lui: «Sono passati anni da quei giorni, in cui eravamo completamente senza riferimenti istituzionali, ma il quadro delle farmacie della provincia è ancora problematico, sia per i danni diretti sia per quelli indiretti», racconta il presidente. «Nel capoluogo la situazione è pessima, perché le farmacie de L’Aquila sono rimaste chiuse anche per sei mesi senza nessun rimborso, se non quello di una copertura assicurativa nazionale di Federfarma, che però non prevedeva il danno alle mura. Una sola farmacia è riuscita a rientrare in una struttura muraria e il grosso problema è che le famiglie che abitavano nel centro storico sono state evacuate, ma hanno tenuto lì la residenza e non riuscendo a contare esattamente gli abitanti è difficilissimo riorganizzare la pianta organica per collocare le farmacie».
Ovviamente tutta la provincia ha risentito del sisma, perché molte attività sono state chiuse, causando spopolamento, e questo ha avuto ripercussioni anche sull’economia delle farmacie. «La nostra provincia ha circa l’87% di farmacie rurali, che già fanno fatica a sopravvivere in piccoli centri di circa mille, milleduecento abitanti, figuriamoci dopo la calamità che abbiamo dovuto sopportare e che ha anche dimezzato gli abitanti», riprende Orlandi, «nessuna farmacia ha per ora chiuso, ma almeno una quindicina è in grave difficoltà».
Orlandi ricorda anche altri danni conseguenti al caos del sisma: «In quei giorni tremendi i farmacisti hanno distribuito sotto la propria responsabilità tantissimi farmaci salvavita senza ricette, che ovviamente non sono stati rimborsati dal SSN; ma in queste situazioni emerge il valore dei rapporti umani, dalla generosità dei colleghi della provincia alla solidarietà di quelli di tutta la nazione: è grazie a essi e naturalmente alla tenacia della nostra gente che siamo riusciti a risorgere».
Il presidente sottolinea infine che per poter continuare a essere il primo punto di riferimento per la popolazione «la prima cosa da fare è capire come sia dislocata la popolazione e rimettere a punto rapidamente la pianta organica, facendo rientrare le farmacie in strutture murarie», dice Orlandi. «Ma fondamentalmente vorrei che ci fosse più omogeneità tra tutte le farmacie della nazione e che ci venisse restituito il farmaco, che è quello per cui abbiamo studiato: è questo il nostro “servizio” e i famosi “servizi” li abbiamo sempre forniti spontaneamente e in forma gratuita: lo ritenevamo uno dei nostri compiti e lo abbiamo assolto. Inoltre siamo l’unica regione in cui la DPC non è partita e non è nemmeno partita la ricetta elettronica, ma lavoriamo lo stesso con impegno e dedizione».
Cornelia Pelletta