Punture di insetti: pericoli e prevenzione

Con l’arrivo della bella stagione e lo stare all’aria aperta capita più frequentemente di essere a contatto con insetti diversi (nei giardini, nei parchi e sui balconi) e di dover avere a che fare con le loro fastidiose punture

Ci si può accorgere di essere stati punti da un lieve pizzicore cutaneo, dalla presenza di pomfi, edemi, eritemi pruriginosi dopo una passeggiata, ma si può anche manifestare sintomi generalizzati e più pericolosi come allergie, prurito insistente diffuso o shock anafilattico. Le risposte del nostro sistema immunitario al veleno iniettato sono variabili a seconda del tipo e della quantità di sostanza con cui si viene in contatto, della zona colpita e della capacità del soggetto di contrastare l’infiammazione. Per i soggetti con patologie respiratorie e allergiche il rischio di sviluppare una reazione più marcata è maggiore, spesso con coinvolgimento generale dell’organismo. Per questi soggetti il possibile sfociare in una vera e propria reazione anafilattica è un fatto da tenere in considerazione.

Ma perché gli insetti ci pungono? La risposta è ampia, i razionali sono diversi e dipende da specie a specie, ma è spesso dettata dalla legge della sopravvivenza, un mix dal sapore antico che guida ogni essere vivente. Molti insetti pungono o mordono per nutrirsi, come zanzare, tafani, pulci, altri invece per difendersi da un potenziale pericolo (api, vespe, calabroni), altri ancora perché spaventati. Di qualsiasi motivo si tratti, però, tutti i fastidi che causano gli insetti al nostro organismo nascono da un piccolo contatto con la nostra pelle. «La capacità di causare solo un leggero rossore o di arrivare a scatenare una vera e propria reazione allergica dipende da molteplici fattori, intrinseci ed estrinseci, di cui, però, la maggior parte delle volte è difficile da prevedere», spiega Alessandra, farmacista. «Non tutte le punture di insetto, infatti, sono uguali. Questo vale sia per tipologia di insetto che ci punge che per quantità di veleno iniettata, senza dimenticare poi la risposta innescata da ciascuno di noi contro l’infezione. La sintomatologia è l’evento dal quale solitamente ci accorgiamo di essere stati punti o morsi da un insetto. Il rilascio di istamina che si genera è uno tra i responsabili fattori della sintomatologia fastidiosa che avvertiamo». Sebbene il numero di pazienti che sviluppa una reazione sistemica grave è molto basso (circa un paziente punto su 100.000), tuttavia, non bisogna sottovalutare le conseguenze delle punture.

«I componenti del veleno iniettato possono portare alla liberazione di amine che hanno un’azione generalizzata su tutto l’organismo e possono causare repentini cambiamenti nell’emodinamica vascolare (causando vasodilatazione localizzata), aumentata permeabilità vascolare, dolore, infiammazione, ma anche essere di per sé tossici o causare effetti citotossici o neurotossici»,  continua Alessandra. «Oltre alla composizione del veleno, non va sottovalutata neanche la quantità iniettata: se per la maggior parte degli insetti la quantità di veleno rilasciato è bassa (circa 25 microgrammi nel caso di puntura di vespa), in altre specie la quantità può essere notevolmente superiore (un calabrone può rilasciare fino a 200 microgrammi con una puntura)». È importante anche sottolineare come, sebbene non si presenti come una patologia in se, il morso di un insetto o la sua puntura possano aumentare il rischio di complicanze e, dunque, risultare molto pericolose per alcune classi di pazienti. «È un’accortezza che spesso viene data per scontata», conclude Alessandra. «L’esito di molte reazioni alle punture può essere esacerbato dall’età avanzata del soggetto, dalla sua condizione sanitaria e dall’uso di farmaci che usa per curare patologie croniche. Inoltre, la sede della lesione acquisisce un’importanza fondamentale, basti pensare alla differenza tra una puntura d’ape che avviene su un braccio o sulla gola. A questo scopo ricordo l’importanza di usare indumenti adeguati, soprattutto per chi per mestiere rischia di essere a contatto con gli insetti, ma anche per gli appassionati di giardinaggio o gli amanti delle gite all’aria aperta».

Insetti: come difendersi?

In commercio esistono moltissimi prodotti che fungono da repellenti, utili nella fase di prevenzione. Il ventaglio dell’offerta è ampio e pronto a soddisfare ogni esigenza, dal neonato al viaggiatore che si avventura in paradisi tropicali, offrendo dal prodotto naturale a base di oli essenziali ai repellenti veri e propri. Ma cosa sono esattamente e come agiscono i repellenti?  Abbiamo chiesto delucidazioni in merito a Paolo. «Come suggerisce la parola stessa, i repellenti si applicano sulla pelle o sugli indumenti con lo scopo di tenere lontani gli insetti. Per essere commercializzato come tale un prodotto repellente deve garantire efficacia e sicurezza ed essere autorizzato dal ministero della Salute. In molti prodotti branded è contenuto il Deet, efficace repellente in grado di esplicare la sua azione anche a basse concentrazioni, ma solitamente indicato solo per adulti. Invece, l’IR3535 ha un’efficacia meno prolungata ma è utilizzabile anche sui bambini. Rientrano nel campo del naturale i prodotti a base di oli essenziali come citronella e geranio che, anche se non sono riconosciuti come veri e propri repellenti, hanno dimostrato una certa efficacia nei confronti degli insetti». Le specie di insetti responsabili di punture e morsi nell’uomo sono moltissime, anche alle nostre latitudini. Imparare a riconoscere alcune lesioni (le più frequenti) può aiutare ad accorciare il tempo di intervento migliorando l’esito ed evitando lunghe attese ai pronto soccorso.

Morso o puntura?

Molte persone confondono i morsi con le punture degli insetti. Quali sono le principali differenze? Al di là della sintomatologia, che può essere sovrapponibile, le differenze sono legate agli organi usati dagli insetti per pungere o mordere: il morso è causato da una sorta di bocca e di solito avviene per nutrirsi o per difendersi. Invece, la puntura è riconducibile a un organo, acuminato e collegato a una ghiandola contenente sostanze velenose, deputato alla difesa. Tra gli insetti che pungono solo per difendersi, inoltre, è interessante focalizzare l’attenzione sul pungiglione. Per le api, per esempio, il pungiglione ha una caratteristica particolare tanto da essere detto “spinato”: la sua costituzione ne impedisce la retrazione e l’allontanamento dell’ape dal corpo che ha punto ne determina il distacco e la morte dell’ape stessa (ecco perché le api pungono solo per difesa). Discorso diverso per le vespe, sprovviste delle setole sul pungiglione che ne impedirebbero la retrazione, e per i calabroni, dotati di un pungiglione lungo qualche millimetro e capace di causare, quindi, punture molto più dolorose.