Raccomandazioni per la prevenzione dell’osteoporosi

La diagnosi di osteoporosi spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione”, ha dichiarato il presidente del GIOSEG e professore ordinario di Endocrinologia all’Università di Brescia, Andrea Giustina, in occasione del mese mondiale dell’osteoporosi: l’occasione ideale per promuovere modalità di gestione delle persone a rischio che puntino alla prevenzione delle fratture. Aspettare che si verifichi l’evento traumatico, infatti, potrebbe significare l’essere già in ritardo per mettere in atto interventi adeguati che agiscano in modo precoce sui meccanismi alla base dello sviluppo della malattia.

osso femore

Proprio in concomitanza col mese dedicato all’osteoporosi il GIOSEG, il gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche della malattia, ha annunciato la sua adesione alla dichiarazione congiunta dell’American Society for Bone and Mineral Research, della National Osteoporosis Foundation e della National Bone Health Alliance. Le fratture da osteoporosi rappresentano uno dei principali problemi legati alla gestione delle persone anziane, che spesso non possono più essere autosufficienti dopo l’evento traumatico: la prevenzione delle fratture è, quindi, una delle priorità sanitarie nei paesi occidentali, caratterizzati dal generale invecchimento della popolazione e della necessità di contenere i costi per il sistemi sanitari.

La Call for Action delle società scientifiche internazionali e del GIOSEG invita tutti noi a muoverci su un duplice binario: da una parte è fondamentale mettere in atto su larga scala le misure di prevenzione primaria dell’osteoporosi migliorando lo stile di vita già dalle prime decadi di vita. D’altra parte, è altrettanto importante saper e poter eseguire una diagnosi precoce di osteoporosi. Una corretta e precoce individuazione dei soggetti a rischio di fragilità scheletrica permette una efficace prevenzione delle fratture”, ha commentato Andrea Giustina. Tra le misure preventive, il presidente di GIOSEG ha segnalato l’esecuzione dell’esame MOC e l’individuazione delle fratture morfometriche vertebrali nei soggetti a rischio per familiarità per l’osteoporosi, nei soggetti di età geriatrica e nei pazienti affetti da malattie croniche e sottoposti a trattamenti farmacologici potenzialmente osteopenizzanti.

L’importanza di identificare misure idonee di prevenzione è anche segnalata da uno studio presentato al World Congress on Osteoporosis, osteoarthritis and musculoskeletal diseases tenutosi ad aprile e che ha evidenziato come il rischio di nuove fratture dopo la prima triplichi entro un anno e raddoppi nei dieci anni successivi. Lo studio ha coinvolto circa 118 mila persone anziane (nate tra il 1907 e il 1935), per le quali è stato calcolato il tasso di frattura su tutte le fratture occorse dal momento dell’arruolamento nello studio sino al 2012. Solo un terzo circa dei pazienti (26%) hanno ricevuto una terapia contro l’osteoporosi dopo la prima frattura. Il 38% dei 5039 pazienti con prima frattura da osteoporosi sono andati soggetti a una seconda rottura dell’osso. Il tasso di rischio, secondo lo studio, aumenta del 4% l’anno con l’avanzare dell’età ed è più alto del 41% nelle donne.

N. C. Harvey et al., OC35 N. C. Harvey, Imminent Risk of Major Osteoporotic Fracture After Fracture (Reykjavik Study), Abstract book: WCO-IOF-ESCEO World Congress on Osteoporosis, osteoarthritis and musculoskeletal diseases, 14 -17 April 2016, Malaga, Spain Osteoporosis International, Volume 27/ Suppl 1/ 2016