Simeprevir, nuovi orizzonti nella terapia della HCV

Massimo ScaccabarozziUna nuova molecola si affaccia sul panorama terapeutico dell’epatite C: si tratta del simeprevir, il farmaco antivirale di nuova generazione che verrà prodotto in Italia, presso lo stabilimento italiano Janssen di Latina. Presentato all’incontro “Investire in Salute per Rilanciare l’Economia”, al quale hanno partecipato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, il farmaco è mirato al trattamento dell’epatite C di genotipo 1 e 4, ovvero i casi più comuni in Italia: circa il 60% dei pazienti italiani, infatti, è infettata dal genotipo 1 del virus, mentre il genotipo 4 è responsabile di circa il 20% di infezioni croniche nel mondo. L’azienda ha reso noto che il simeprevir, in base agli studi clinici effettuati, in terapia combinata con sofosbuvir (l’altro farmaco di ultima generazione attualmente disponibile), ottiene il più alto successo terapeutico mai raggiunto fino a oggi, dopo 12 settimane, attraverso un percorso terapeutico senza interferone. “Finalmente possiamo parlare di una terapia solo orale, senza interferone, di alta efficacia e tollerabilità e utilizzabile, quindi, anche nelle categorie più difficili e in passato orfane di terapia”, ha spiegato Alfredo Alberti, ordinario di Gastroenterologia presso l’Università di Padova.
L’introduzione nella pratica clinica di questo farmaco innovativo apre nuove prospettive, coma ha spiegato Gloria Taliani, ordinario di Malattie Infettive alla Sapienza Università di Roma: “Il virus HCV, infatti, come l’HIV, possiede una enorme capacità replicativa e una altrettanto straordinaria abilità nel modificare il proprio corredo genetico in risposta alla pressione selettiva esercitata dai farmaci. Tali proprietà del virus HCV rendono necessario l’attacco antivirale su diversi siti funzionali, così da impedire la comparsa di ceppi resistenti e mantenere elevata l’efficienza del trattamento, obiettivo che può essere raggiunto con i farmaci di nuova generazione”.
Per il presidente e amministratore delegato di Janssen Italia Massimo Scaccabarozzi: “Gli enormi progressi compiuti dalla ricerca farmacologica e la conseguente offerta di soluzioni terapeutiche all’avanguardia, mirate al massimo recupero dei pazienti affetti da malattie gravi e invalidanti come l’Epatite C, hanno rivoluzionato l’intero percorso di cura. “Simeprevir amplierà l’arsenale terapeutico per il trattamento dell’infezione da HCV e il suo ingresso nella pratica clinica porterà, per la prima volta, una reale modifica della storia naturale della malattia”. E non solo, ma anche sotto il profilo economico l’introduzione di farmaci che permettono la guarigione dalle patologie HCV correlate, può diventare un importante driver, visto che il SSN sopporta un peso molto importante per il trattamento/monitoraggio di questi pazienti, come ha spiegato Francesco Mennini, Research Director Centre for Economic Evaluation and HTA dell’Università Tor Vergata di Roma. “In Italia, i pazienti con epatite C attualmente trattati o in osservazione dal SSN ammontano a circa 300 mila (cui vanno aggiunti 18-25 mila individui detenuti nelle carceri italiane). Per quanto riguarda i costi diretti, quelli, cioè, collegati all’assistenza del SSN, nel 2013 sono oltre 400 milioni euro. I costi indiretti, intesi come perdita di produttività dovuti alle giornate di assenza dal lavoro, ammontano a circa 640 milioni euro. Di conseguenza, l’onere complessivo di trattamento/monitoraggio della patologia si attesta intorno al miliardo di euro all’anno”. I farmaci, dunque, come afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, si dimostrano “strumento di efficienza per tutto il sistema di Welfare e come tali assumono valore anche sotto il profilo dei risparmi che generano per il SSN e per la spesa socio-assistenziale”.

Maria Elisabetta Calabrese