Succhi 100% frutta, sì ma con moderazione

succhi 100% frutta

Il dossier si riferisce solamente ai succhi 100% frutta. Questi succhi sono ottenuti interamente da frutta spremuta e sono privi di “zuccheri aggiunti”, ma contengono tutti gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta, in particolare il fruttosio.
succhi 100% frutta
Il valore nutrizionale dei succhi è stato valutato soprattutto in rapporto a quello dei frutti dai quali derivano. Dopo aver confrontato i diversi studi pubblicati dalla comunità scientifica, il team della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) ha concluso che, nell’ambito di una corretta alimentazione, si possono consumare anche i succhi 100% a patto che:

  • non sostituiscano l’acqua e non si sommino all’assunzione di altre bevande zuccherate (dovrebbero semmai costituirne un’alternativa),
  • vengano assunti in quantità limitata e non rimpiazzino il consumo di frutta,
  • si associno a un abbondante apporto di fibre alimentari da fonti naturali (verdura, frutta fresca, cereali integrali) dato che la lavorazione della frutta ne riduce significativamente il contenuto,
  • se ne limiti la somministrazione tramite biberon nel corso della prima infanzia.

Contenuto di fruttosio e nutrienti equivalente tra succo e frutta

Molti nutrienti dei succhi 100% sono presenti in quantità paragonabili a quelle della corrispondente frutta fresca. Il contenuto di fruttosio di una porzione di succo 100% frutta, per esempio, è sostanzialmente equivalente a quello contenuto in una porzione di frutto intero: in 100 grammi di arancia si trovano 2 g di fruttosio mentre pari quantità di succo 100% ne contengono 1,7 g.

La quantità di fruttosio varia sensibilmente da un frutto all’altro (e quindi tra i diversi succhi), ma resta sempre ben al di sotto dei livelli considerati nocivi. Una porzione di succo 100% (200 ml) contiene infatti una quantità di fruttosio variabile tra 1 e 6 grammi nel caso in cui sia stato prodotto da agrumi e tra 11 e 15 grammi se derivato da ananas, mela o pera.

Si tratta in ogni caso di quantità molto distanti dai 60 g giornalieri considerati il limite di sicurezza per l’insorgere di problematiche come l’aumento di peso, l’uricemia o la pressione arteriosa. Al contrario, gli studi hanno rilevato che un consumo di fruttosio entro i 10 grammi a pasto può ridurre la glicemia post-prandiale e la risposta glicemica a un carico di glucosio.

Altri effetti sulla salute

Secondo il report, i succhi di frutta contengono quantità di minerali, vitamine e composti bioattivi come potassio, acido folico, vitamina C, in quantità in alcuni casi superiori rispetto ai frutti da cui derivano tanto che alcuni succhi possono essere definiti “fonte di micronutrienti”.

Il dossier riporta anche i risultati di alcuni studi che hanno investigato l’associazione tra consumo di succhi di frutta e stato di salute rilevando nel complesso un profilo limitatamente positivo. Esiste, per esempio, una “moderata evidenza” di alcuni effetti positivi dei succhi di frutta sul profilo lipidico e sulla pressione arteriosa. I benefici sulla pressione, però, sarebbero inferiori a quelli derivanti dal consumo di frutta e verdura freschi. Lo stesso tipo di studi suggerisce che i succhi di frutta e di verdura 100% possano ridurre i livelli plasmatici di colesterolo LDL aumentando il colesterolo HDL. Se il consumo è limitato e inserito in una dieta corretta, inoltre, l’evidenza relativa a un aumento del rischio di insorgenza di diabete è “molto scarsa”.

Effetto sul peso

L’effetto del consumo di succhi sulla tendenza al sovrappeso o sull’obesità è oggetto di controversia. Relativamente alla fascia di popolazione in età adulta gli studi non sono univoci mentre le ricerche condotte su campioni in età evolutiva sembrano propendere per l’assenza di effetto. Raramente, comunque, le indagini dei ricercatori si sono rivolte in modo specifico al consumo di succhi 100%.

L’eccessiva assunzione di zuccheri semplici in età evolutiva, comunque, non può essere imputata ai succhi di frutta. Lo rivelano i dati disponibili a livello mondiale che evidenziano un consumo inversamente proporzionale all’età. Il picco si registra nella fascia di età 2-5 anni per andare progressivamente a ridursi nel corso dell’adolescenza e toccare il minimo in età adulta. L’assunzione di fruttosio attraverso i succhi di frutta, inoltre, risulta uguale o inferiore a quella derivata dal consumo di frutta. In Italia, in particolare, gli adolescenti consumano mediamente 133 ml/giorno, pari a un apporto energetico di circa 70 kcal (il 3% dell’apporto calorico totale).