Position paper ESC sulla tossicità cardiaca delle terapie antitumorali

La Società europea di cardiologia (ESC) ha espresso la propria preoccupazione sulla tossicità cardiaca delle terapie antitumorali attraverso un position paper pubblicato sullo European Heart Journal.

cuore con tracciato dell'elettrocardiogramma

Il documento, redatto con gli auspici del Comitato per le Linee guida nella pratica della società scientifica, segnala come il rovescio della medaglia della lotta contro i tumori sia rappresentato da un aumento progressivo di eventi cardiovascolari a causa della tossicità a carico del cuore dei farmaci e delle radiazioni. “Ci si aspetta che tra i sopravvissuti al cancro, la malattia cardiovascolare rappresenti la causa più importante di morte”, ha dichiarato il belga Patrizio Lancellotti, uno dei coordinatori del gruppo che ha preparato il position paper.

La tossicità cardiaca delle terapie antitumorali

Il documento prende in considerazione le modalità con cui le varie opzioni terapeutiche contro il cancro possono risultare tossiche per il cuore, suddividendole in nove diverse categorie: disfunzioni del miocardio e insufficienza cardiaca; malattie delle arterie coronarie; patologie valvolari; aritmie; ipertensione arteriosa; tromboembolia; patologie periferiche vascolari e infarto; ipertensione polmonare; complicanze pericardiche.

Per ogni tipologia, il documento indica i gruppi di pazienti a rischio e le modalità per individuare e prevenire i possibili effetti collaterali, oltre che per il trattamento e il follow up dei pazienti.

La cardiotossicità del trattamento con antracicline e trastuzumab nel tumore della mammella, ad esempio, può venire ridotta riducendo l’intervallo tra l’assunzione dei due farmaci. Tra le metodiche diagnostiche segnalate vi sono l’elettrocardiogramma, l’imaging del cuore e il ricorso a biomarcatori.

Prevenzione e trattamento

Il position paper sottolinea l’importanza di informare adeguatamente i pazienti circa la possibile tossicità cardiaca delle terapie antitumorali e di prevenire l’insorgenza di possibili complicanze anche attraverso il consiglio di stili di vita e di una dieta più salutari, tra cui trova un posto di primo piano l’esercizio aerobico.

A livello di farmaci, il problema può essere trattato con agenti cardioprotettivi come gli inibitori dell’ angiotensin converting enzyme (ACE) o i beta-bloccanti. “Dobbiamo essere chiari quando è necessario fermare il trattamento, quando bisognerebbe ridurre la dose, o quando possiamo continuare con la terapia. Questo position paper fornisce una guida in questo campo”, ha sottolineato l’altro coordinatore, Jose Luis Zamorano. Un obiettivo che sarebbe più facilmente perseguibile con l’inclusione anche di un cardiologo nel team che ha in cura il paziente oncologico, suggeriscono gli autori. “Dobbiamo trattare l’intera persona, perché alla fine della giornata il paziente non è il tumore, ma una persona con un cuore”, ha aggiunto Zamorano. Gli autori del position paper hanno sottolineato anche come sarebbe opportuna una maggiore ricerca sulla tossicità cardiaca delle terapie antitumorali, ad esempio su quando sia necessario monitorare i pazienti e sugli effetti cardiovascolari delle nuove terapie.

Rif.: 2016 ESC Position Paper on cancer treatments and cardiovascular toxicity developed under the auspices of the ESC Committee for Practice Guidelines, J.L. Zamorano et al., European Heart Journal, First published online: 26 August 2016, doi: http://dx.doi.org/10.1093/eurheartj/ehw211