Alimentazione e stili di vita nella prevenzione e terapia oncologica

Paolo BellingeriCon La dieta nel tumore – Regole di una sana alimentazione per la cura e la prevenzione, Paolo Bellingeri propone un modo di pensare il rapporto tra cibo e cancro, frutto di una lunga esperienza professionale e della ricerca scientifica più seria e attuale, fornendo idee, strumenti e ricette utili tanto per chi è malato quanto per un’efficace prevenzione.
Laureato in Medicina e Chirurgia, con perfezionamento in Nutrizione e Dietetica Applicata, l’autore è specializzato in Biologia Clinica e Idrologia Medica. Responsabile dell’Unità di Cure Palliative della propria Asl, si occupa a livello nazionale di formazione nutrizionale in ambito oncologico, dalla prevenzione al supporto nelle terapie, e dal 2012 è membro del comitato scientifico “Follow up Stili di vita e Nutrizione” della Rete Oncologica del Piemonte.
È nota da tempo l’importanza della dieta nella prevenzione del cancro e ci sono inoltre sempre più evidenze che i cibi che favoriscono lo sviluppo della malattia possano peggiorare la prognosi e mentre quelli protettivi possano migliorarla. “L’American Institute for Cancer Research”, rileva Paolo Bellingeri, autore di La dieta nel tumore, edito da Tecniche Nuove Spa, “ha calcolato che le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci e che lo stile di vita alimentare riesce a prevenire anche il 30% di tutte le forme neoplastiche che si diagnosticano”.
“Per cambiare il modo di mangiare”, specifica Bellingeri, “è necessario cambiare prima il modo di pensare il cibo e il cancro, partendo dalla sua stessa definizione: ‘termine generico che comprende più di cento patologie caratterizzate da crescita anomala e incontrollata di cellule’. Per svilupparsi, un cancro necessita del cosiddetto ‘microambiente del tumore’, in cui la coesistenza di una condizione d’infiammazione cronica, ad esempio, induce la produzione di sostanze che lo favoriscono; oppure di ormoni come l’insulina, prodotta in seguito a eccessi alimentari. L’infiammazione è il principale fattore che unisce tra di loro gli stili di vita nocivi (alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo) e le più importanti malattie cronico-degenerative della nostra società”.

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“Nel nostro organismo”, prosegue Bellingeri, “ospitiamo le armi per neutralizzare gli eventi infiammatori e che queste armi trovano la loro origine nei cibi che introduciamo, potendo così parlare veramente di prevenzione primaria efficace”.
Paolo Bellingeri da circa vent’anni si occupa di alimentazione soprattutto nell’ambito oncologico e delle patologie degenerative e punto di riferimento fondamentale nella materia, per la sua attività clinica, è l’opera di revisione degli studi scientifici sugli stretti rapporti che intercorrono tra alimentazione e cancro svolta da Wcrf (World Cancer Research Fund) e Aicr (American Institute for Cancer Research), che nel 2007 hanno pubblicato il Second Expert Report 2007 (Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: a Global Prospective, la cui prima edizione risale al 1997) con dieci raccomandazioni basate su solidi studi scientifici: evitare il sovrappeso e l’obesità; evitare i cibi ad alta densità calorica; fare attività fisica almeno mezz’ora al giorno; ridurre o evitare il consumo di carni rosse, soprattutto gli insaccati; evitare le bevande alcoliche; ridurre l’utilizzo del sale; aumentare i cereali e i legumi integrali e lasciare gli integratori alimentari alle prescrizioni specialistiche; favorire l’allattamento al seno e suggerire le raccomandazioni anche a chi si è già ammalato di cancro. A queste dieci raccomandazioni hanno fatto seguito le dodici regole dell’European Code Against Cancer: le une e le altre sono diffusamente esposte in due capitoli del libro.
Si tratta, quindi, di un’opera rivolta ai medici e farmacisti in primis, ma anche al pubblico, perché espone in forma chiara e semplice solidi e documentati contenuti scientifici, con adeguato supporto di dati e bibliografia.
Un’importante parte del libro è dedicata alle ricette, che dimostrano come sia possibile coniugare l’eccellenza gastronomica con la più corretta alimentazione.

Giovanni Bernuzzi

2 Commenti

  1. Ok. Sono d’accordo, specie per gli insaccati. Spero che l’alimentazione sia una buona profilassi. Non mi dite niente per i formaggi?

    • Gentile Marta,
      un corretto stile di vita è la miglior prevenzione possibile, in particolare se parliamo di corretta alimentazione. Per quanto riguarda i formaggi, ricordiamo che derivano dal latte vaccino, un alimento specifico per lo svezzamento del vitello. Rappresentando un alimento di derivazione animale contiene notevoli quantitativi di grassi saturi. L’utilizzo sporadico, soprattutto qualora il latte sia di provenienza d’animali allevati al pascolo, è corretto, mentre un uso abituale, in particolare quotidiano, è da sconsigliare. Ricordiamo, inoltre, che è difficile assimilare il calcio presente nei derivati vaccini.
      Paolo Bellingeri

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