Anziani, inclusione e depressione: i dati di Passi d’Argento

In occasione della giornata mondiale dell’anziano, l’istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i dati della sorveglianza Passi d’Argento 2017-2020 relativi a inclusione sociale, isolamento e soddisfazione per la propria vita degli over 65. Fino al 2019 i dati avevano mostrato miglioramenti, anche se l’emergenza Covid-19 ha segnato una forte battuta d’arresto

Lo scorso 1° ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Anziano, l’Epicentro – Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha pubblicato i dati relativi al quadriennio 2017-2020 di Passi d’Argento, sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana, di 65 anni e più, relativi a: inclusione sociale, isolamento e soddisfazione per la propria vita.

Over 65, una fotografia

Circa un anziano su 3, pari al 29%, rappresenta una risorsa per i propri familiari o la collettività: il 19% si prende cura di congiunti, il 14% di familiari o amici con cui non vive e il 5% partecipa ad attività di volontariato. Tra gli over 65, sono 2 su 10 a vivere in una condizione di isolamento sociale: il 20% ha dichiarato infatti che, nel corso di una settimana tipo, non ha contatti, neanche telefonici, con altre persone e il 71% di essi non frequenta luoghi di aggregazione.

L‘insoddisfazione per la propria vita va tuttavia di pari passo con condizioni di salute e partecipazione alla vita sociale: sono più insoddisfatti gli ultra 65enni che percepiscono come cattivo il proprio stato di salute (76%), che hanno 3 o più patologie croniche (46%) o problemi di disabilità (59%), oltre a coloro che sono socialmente poco attivi (24%) perché dichiarano di non partecipare ad attività con altre persone o fare corsi di formazione per adulti. La quota di persone che ritengono di sentirsi poco e per niente soddisfatte nella popolazione ultra 65enne è rimasta comunque stabile dal 2016.

Salute degli anziani, gli effetti del Covid

Con la pandemia gli anziani sono stati il target che ha pagato il costo più caro, tanto in termini di vite umane, quanto in termini di qualità della vita a causa delle restrizioni imposte dal contenimento del contagio. L’isolamento prolungato dovuto al lockdown, il distanziamento sociale, la limitazione dei contatti hanno determinato conseguenze e ripercussioni anche sulla salute fisica, oltre che su quella psicologica, degli over 65. La depressione, stando ai dati più recenti, colpisce difatti 13 anziani su 100 e aumenta all’aumentare dell’età, toccando il picco del 22% tra gli over 85.

Relativamente migliori i dati circa l’isolamento sociale: nel corso del quadriennio in esame, la percentuale di anziani in condizioni di isolamento è diminuita dal 22% del 2016 al 17% del 2019, arrestandosi tuttavia su quella soglia anche per il 2020, segnato dall’emergenza Covid-19. A seguito della pandemia e delle restrizioni imposte per limitare il contagio del virus inoltre, si è ridotta per molti anziani la possibilità di rappresentare una risorsa, tanto per la famiglia quanto per la collettività, con una perdita di ben 5 punti percentuali nel giro di un solo anno: si è passati infatti dal 30% del 2019 al 25% del 2020.
Altrettanto dicasi per la partecipazione alla vita sociale: tra il 2016 e il 2019, il valore è rimasto stabile intorno al 21%, salvo poi crollare al 14% nel corso del 2020.