I farmacisti sono affidabili, competenti e disponibili. È quanto emerge dall’indagine Ipsos realizzata per Fofi e presentata nel corso di un evento a Roma lo scorso 16 marzo. Il 93% degli italiani ha una farmacia di fiducia, 8 su 10 hanno fiducia nel professionista della farmacia. I servizi offerti in farmacia, tuttavia, non sempre sono conosciuti dai cittadini. Tra le criticità segnalate, al primo posto l’eccessiva burocrazia

A tre anni dall’inizio della pandemia Covid-19, una ricerca realizzata da Ipsos per la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) fa il punto su come è cambiata la percezione degli italiani rispetto alla farmacia che, nella stagione emergenziale, ha subito una importante evoluzione, offrendo un numero crescente di servizi ai cittadini, in linea con quanto previsto dalla farmacia dei servizi, che per anni aveva stentato a realizzarsi, diventando un vero e proprio presidio di salute di prossimità.

Gli obiettivi dell’indagine Ipsos

L’indagine è stata condotta tra novembre e dicembre 2022 su un campione rappresentativo di 1.000 italiani e 400 farmacisti. L’obiettivo è stato quello di analizzare l’evoluzione nel percepito della figura del farmacista nel corso e all’indomani della pandemia, per valutare, tra l’altro, le aspettative e i bisogni della popolazione italiana nel post Covid, e approfondire le principali sfide per la professione alla luce del ruolo sempre più strategico che al farmacista è riconosciuto all’interno del Servizio sanitario nazionale.

I risultati emersi

Stando all’indagine, il 93% degli italiani ha una farmacia di riferimento. Tra le ragioni, prevalgono:

  • la fiducia (per il 37% degli intervistati);
  • la conoscenza del professionista (28%);
  • la vicinanza (57%);
  • la soddisfazione per il servizio offerto (42%).

Punto di forza per i cittadini sono le conoscenze di cui dispone il farmacista in campo farmaceutico, la sua competenza nel consigliare la soluzione più appropriata alle proprie esigenze di cura e la qualità dell’assistenza, garantita dalla disponibilità e dalla continuità del servizio.

Quasi 8 cittadini su 10 (77%) esprimono fiducia nel farmacista, considerandolo un professionista competente e accessibile. Per la maggior parte degli italiani, negli ultimi tre anni la farmacia ha rappresentato un presidio sanitario di riferimento sul territorio, svolgendo un ruolo di pubblica utilità attraverso l’erogazione di una molteplicità di servizi.

Dal canto loro, i farmacisti sono pienamente consapevoli (86%) dell’evoluzione del proprio ruolo e della fiducia che ispirano alla stragrande maggioranza dei cittadini, sebbene non manchi qualche criticità; su tutte, l’eccessivo carico di burocrazia che grava sull’attività quotidiana in farmacia.

«Negli ultimi tre anni i farmacisti sono stati al fianco degli italiani per dare le migliori risposte possibili ai loro bisogni di salute, contribuendo a rendere la sanità più accessibile per tutti i cittadini – ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente Fofi – La pandemia ha rafforzato la percezione e il nostro ruolo sul territorio: siamo riusciti ad essere il perno del Ssn somministrando tamponi e vaccini, trasformando messaggi di posta elettronica e sms in ricette digitali e dispensando terapie complesse.

Se tutto questo è stato possibile, lo si deve alla professionalità dei farmacisti, alla volontà di arricchire le proprie competenze al servizio della collettività, alla prontezza e alla capacità di adattamento anche sul fronte tecnologico. La fiducia che i cittadini ripongono nei nostri confronti ci rende orgogliosi e ci ripaga del lavoro svolto con responsabilità e impegno instancabile, in tutto il Paese».

I servizi che gli italiani vorrebbero trovare in farmacia

A conferma dell’importanza della farmacia, i servizi che gli italiani vorrebbero venissero erogati o potenziati al suo interno sono:

  • la prenotazione di visite specialistiche ed esami (26%);
  • la vaccinazione antinfluenzale (19%);
  • le analisi di primo livello come la misurazione di pressione e colesterolo (18%);
  • i servizi infermieristici in farmacia (18%) e a domicilio (17%).

Secondo gli italiani, dunque, la farmacia del futuro dovrà essere sempre più un luogo dedicato alla prevenzione e alla presa in carico, oltre ovviamente alla tradizionale attività di dispensazione del farmaco. Un’aspettativa pienamente in linea con il modello della Farmacia dei Servizi la cui piena realizzazione, anche attraverso il potenziamento della telemedicina e del deblistering dei farmaci, consentirà di andare incontro ai bisogni dei cittadini e alle esigenze di efficientamento del Ssn.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, infine, l’80% degli italiani si farebbe vaccinare in farmacia e valuta positivamente il fatto che la farmacia possa assumere il ruolo di hub vaccinale anche per i richiami dei vaccini obbligatori.

Emerge tuttavia che 2/3 dei farmacisti non era, al momento dell’indagine, a conoscenza dei nuovi decreti ministeriali: il DM77, che di fatto riconosce alla farmacia il ruolo di presidio sanitario di prossimità, e il DM1147 sulla revisione del corso di laurea. In ogni caso, una volta resi edotti, la maggioranza dei farmacisti ha valutato positivamente l’ampliamento delle proprie funzioni. Tra le criticità, al primo posto, l’eccessivo carico burocratico.

«Il nemico di questa evoluzione del rapporto tra farmacista e cittadino è senza dubbio la burocrazia. Per questo, la Federazione è impegnata su due fronti principali: un’ulteriore digitalizzazione, che consenta di automatizzare una parte degli adempimenti amministrativi; e poi il costante confronto con le Istituzioni, per sburocratizzare per quanto possibile la nostra quotidiana attività, consentendoci di concentrarci sui bisogni di salute dei pazienti. Il nostro obiettivo resta sempre lo stesso: essere per i cittadini dei professionisti preparati e disponibili, e offrire un’assistenza di qualità che vada incontro alle esigenze e alle aspettative della collettività e del Ssn» ha concluso Mandelli.