Diabete: Milano, nella cui area metropolitana si contano 180mila pazienti affetti dalla patologia, entra a far parte del circuito Cities Changing Diabetes e avvia la fase di realizzazione di un piano triennale che indichi le azioni precise da mettere in atto per rallentarne la diffusione
Anche Milano, dopo Roma, entra a far parte del circuito internazionale di Cities Changing Diabetes, promosso dall’University College London (UCL) e dal danese Steno Diabetes Center, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk e in collaborazione con istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore.
L’imponente progetto parte dalla raccolta e dall’analisi di dati demografici quantitativi, clinici ed epidemiologici, specifici di ognuna delle 25 città coinvolte in tutto il mondo, per poter studiare il legame tra il diabete, l’obesità e la città. L’obiettivo finale è quello di mettere a punto iniziative pratiche per prevenire la malattia o rallentarne la continua tendenza alla crescita. L’indagine tiene conto anche di come i cittadini percepiscano l’importanza della salute e di come valutino la qualità e quantità dei servizi sanitari offerti sul territorio dove vivono.
I numeri del diabete in Italia e a Milano
Le stime sul diabete sono allarmanti. Se non si agisce contrastando l’obesità, primo fattore di rischio modificabile del diabete di tipo II, nel 2045 ll’11,7% della popolazione mondiale (pari a 700 milioni di persone) sarà malato: si tratterebbe di una percentuale non sostenibile dai sistemi sanitari nazionali. L’obiettivo globale è riportare l’incidenza di diabete al di sotto del 10%, bloccando il tasso di crescita.
In Italia i pazienti con diabete sono circa 4 milioni in totale. La Lombardia, con 550.000 persone, è la prima regione d’Italia per diffusione della malattia in termini assoluti. Un terzo di questi pazienti, 180.000, è residente nell’area metropolitana di Milano, che comprende 3,2 milioni di abitanti nel suo insieme, distribuiti in 133 comuni oltre al capoluogo.
“Oggi più del 50% della popolazione mondiale vive nella città e il 65% delle persone con diabete vive in aree urbane” spiega Andrea Lenzi, presidente dell’Health city institute e dell’Italian Cities changing diabetes. Per questo motivo occorre partire dalla città per rallentare la crescita di incidenza del diabete e per migliorare la qualità di vita delle persone che ne sono malate”, aggiunge.
Oltre a invecchiamento e obesità, in continuo aumento, anche fattori sociali come il livello di istruzione, l’accesso alle cure, le risorse disponibili sono elementi che influiscono in modo marcato sull’incidenza del diabete, che non risulta infatti distribuito in modo uniforme sul territorio. “Si passa dal 5,3% della ASST Città di Milano al 6,35% nel territorio dell’ASST Nord Milano” riferisce Livio Luzi, presidente del Comitato scientifico di Milano Cities changing diabetes.
Le farmacie possono rivelarsi un punto privilegiato di diffusione di informazione e promozione di campagne di educazione al pubblico in questo delicato e importante ambito e circa gli stili di vita sani in generale. Il loro coinvolgimento andrebbe rafforzato e sempre tenuto presente.
Le azioni da intraprendere
Milano, attraverso la partecipazione a questo progetto, si propone di mettere a punto politiche di Urban health, di salute nelle città, che vadano incontro alle nuove e reali necessità della popolazione. “Il cittadino deve poter usufruire di precisi modelli urbanistici in modo da essere incoraggiato e favorito nella pratica di corretti stili di vita” afferma Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia.
“Il programma di azioni da mettere in atto dovrebbe includere interventi tesi a promuovere la salute e il benessere di tutti, contrastando la disomogeneità dei risultati che sono stati finora riscontrati nelle diverse aree geografiche del territorio e scommettendo sulla prevenzione” precisa Gabriele Rabaiotti, assessore Politiche sociali e abitative Comune di Milano.
Ora inizia la fase più impegnativa, quella di realizzazione di un piano triennale che indichi le azioni precise da mettere in atto per rallentare la diffusione del diabete (Action plan). Un primo punto, ambizioso, è la riduzione del tasso di obesità del 25% entro il 2045 rispetto al 2017. Ciò consentirebbe di invertire la tendenza e passare da un 5,4% di persone con diabete registrate nel 2017 (51.000) a un 5,1%. In assenza di interventi il tasso si prevede salirà almeno al 5,8% (+17.000 persone).
Tra le iniziative già intraprese ricordiamo l’App ‘Città per camminare’ che, accanto alla pubblicazione del volumetto ‘Passaporto di Milano Città per camminare e della salute’, aiuta e sprona i cittadini e chi raggiunge la città per motivi di lavoro a individuare percorsi dove poter camminare, da soli o in compagnia, per fare il necessario esercizio fisico e vincere la dannosissima sedentarietà.
Di ogni percorso sono indicati: comune dove si trova, lunghezza, cartina stradale con i luoghi di interesse (interattiva nell’App), cenni storici e curiosità e molte altre informazioni utili per scegliere la camminata più adatta a sé o per cambiare strada ogni giorno, in modo da non annoiarsi con itinerari ripetitivi.