Il farmacista tra due mondi e il consumatore ibrido: il punto con Cosmofarma

 

Cosmofarma

La stagione pandemica, se da una parte ha permesso di rivalutare il ruolo cruciale della farmacia, dall’altra ha anche pesato molto sui suoi bilanci. La ripresa potrà arrivare nel 2022, con una farmacia dal volto nuovo, in grado di dare risposte al consumatore “ibrido”

Nel 2020 la farmacia ha sperimentato un calo di fatturato di quasi il 2%, con un -3% del prodotto etico e un -0,4% del commerciale. Lo scorso anno è stato segnato in generale da andamenti estremamente altalenanti: ad alcune settimane di grande affluenza e acquisti (i mesi di marzo e aprile sono stati segnati dal boom nella vendita di integratori) sono seguite settimane, complice il lockdown, in cui si è assistito a un sostanziale calo. L’andamento del 2021 è ancora molto al di sotto dei valori pre-pandemici, con un decremento che si assesterà sul -5% anche a causa della mancata stagione influenzale. Sono stati questi alcuni dati relativi all’andamento delle farmacie, commentati da Francesco Cavone, Director Offering e Operations di IQVIA, leader mondiale nell’elaborazione e analisi dei dati in ambito healthcare, durante l’appuntamento #4CHIACCHIERECON – Il farmacista tra due mondi: come gestire il consumatore ibrido, promosso da Cosmofarma lo scorso 10 maggio e moderato da Roberto Valente, Consigliere Delegato BOS Srl.

 

«Durante la pandemia la farmacia ha assunto un ruolo centrale – ha aggiunto Isabella Cecchini, Head of Primary Market Research di IQVIA – Dati di una recente indagine IQVIA hanno mostrato come il 90% dei farmacisti si è trovato a dover fornire risposte che prima dava il medico di medicina generale. Nel fornire risposte a problematiche psicologiche e a patologie croniche, tuttavia, la farmacia si è eccessivamente medicalizzata. Inoltre, complice il contingentamento all’ingresso e le lunghe attese esterne, il cliente ha stazionato meno all’interno della farmacia. Tutto questo ha contribuito a farle perdere quel ruolo di luogo di benessere oltre che di cura che la caratterizzava e che ora deve recuperare, partendo dall’esterno, tramite una valorizzazione della vetrina. Anche i mezzi digitali, possono concorrere a far recuperare alla farmacia un ruolo di benessere, prevenzione, consulenza».

Incerte previsioni sul futuro

Appare sicuramente difficile fare previsioni attendibili in questo momento. Nei prossimi 3 anni il mercato farmaceutico si prevede in crescita, ma l’Italia, rispetto ad altri paesi, presenta una diversa arena competitiva. «Nel nostro Paese ci si aspetta un recupero della perdita registrata lo scorso anno, ma si tornerà a un segno positivo solo nel 2022 – ha proseguito Cavone – Il costante aumento delle farmacie, inoltre (basti pensare alle 242 nuove aperture solo nell’ultimo anno), riduce il bacino di utenza medio, di circa 3.500 persone a livello europeo».
A ciò si aggiunge un altro dato significativo:un terzo delle farmacie polarizza il 56% del mercato. La pandemia ha comunque inciso maggiormente sui presidi più grandi, che hanno perso in media il 5,7%, a fronte di un -2,1% segnato dalle farmacie di medie dimensioni. Segno positivo (+15%), invece, per quelle di piccola entità, capaci di stabilire una relazione con i propri cittadini.

Un’esperienza sul campo

Come sarà, dunque, la farmacia di oggi e quella di domani? A rispondere è stato Nicola Favia, un farmacista titolare di un piccolo gruppo di farmacie. «La mia esperienza, con 6 farmacie situate in centri tra loro molto diversi, è rappresentativa di un cluster eterogeneo. Quello che è emerso in questi mesi è che non esiste una soluzione che possa andar bene per tutti. È difficile dire oggi se questi cambiamenti saranno duraturi o se ci sarà a breve un ritorno al passato. Di certo le farmacie in questo momento sono chiamate al cambiamento. Noi, ad esempio, per smaltire le lunghe code all’esterno, determinate dalla richiesta di servizi diversi (farmaci, prenotazione di un tampone, ritiro di un ordine) abbiamo messo delle piccole postazioni all’ingresso con collaboratori dotati di tablet che possano smistare il flusso velocizzando l’attesa».

Il futuro della farmacia tra servizi e digitale

«Dati di una recente indagine mostrano che i giovani farmacisti concepiscono la farmacia da una parte come un luogo capace di fornire servizi articolati (dalle campagne di prevenzione alle analisi, dalle patologie croniche alla consulenza). Dall’altra, attraverso il canale digitale, mantengono il contatto con il cliente. L’81% di essi utilizza infatti i social media per comunicare con i clienti, promuovere sconti, eventi, campagne di prevenzione» ha aggiunto, infine, Isabella Cecchini.
Tutto questo va pertanto a delineare una nuova farmacia ibrida, in cui il cliente odierno ha necessità di risposte diverse, di voglia di mettersi in gioco e di cambiamento.

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