La salute mentale degli adolescenti nel post-Covid: come tornare alla normalità?

La pandemia ha portato alla luce il grande problema della salute mentale degli adolescenti. Nell’ambito dell’iniziativa nazionale “In farmacia per i bambini” la Fondazione Rava, da giugno a ottobre, porterà avanti un ciclo di webinar con esperti del settore che si confronteranno sul tema, evidenziando il ruolo centrale del farmacista

Il tema della salute mentale degli adolescenti è un tema antico, ma non sempre adeguatamente tenuto in considerazione. Da oltre 20 anni la Fondazione Francesca Rava opera al fianco dei farmacisti, fornendo supporto ai centri diurni, alle case famiglia e ad altre realtà territoriali. «Non ci sono dubbi che il Covid-19 abbia agito da cassa di risonanza, mettendo in evidenza il tema del disagio giovanile e portando inoltre sempre più i farmacisti in prima linea – ha sostenuto Maria Vittoria Rava, presidente della Fondazione in apertura del webinar “Per un migliore ascolto e orientamento ai servizi sul territorio e alle famiglie che si rivolgono in primis al farmacista” tenutosi lo scorso 11 giugno e patrocinato da Fofi e Federfarma.

Adolescenti Covid

«Sarebbe importante sfruttare questo periodo emergenziale per riflettere sulle criticità emerse in questo ultimo anno, impostando le cose in modo diverso d’ora in avanti – ha sostenuto Andrea Mandelli, presidente Fofi – In questo senso la situazione delle farmacie appare paradigmatica. In tutto il periodo sono state un punto di riferimento per i cittadini, rimanendo al loro fianco anche nelle settimane più dure del lockdown. L’impegno della categoria è stato straordinario e sono stati numerosi i farmacisti che hanno sacrificato la loro stessa vita per restare fedeli alla propria missione». Secondo Mandelli, dal Covid-19 dobbiamo uscire con tre insegnamenti: «va archiviata la stagione dei tagli lineari alla salute; occorre ripensare la rete ospedaliera, che deve essere adeguatamente finanziata; vanno potenziate le reti territoriali. La spesa in salute, come ha dimostrato la pandemia, va vista come investimento per noi e per i nostri figli».

Tra stress e resilienza

Con la pandemia abbiamo assistito a una grande diffusione di fenomeni di stress, ansia, disturbi del sonno. «La salute mentale rischia ora di diventare la nuova emergenza, tanto per gli adulti quanto per i più giovani» ha commentato Antonella Costantino, direttore UOC Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale del Policlinico di Milano. Lo stress pandemico ha da una parte esposto a rischi maggiori i soggetti più fragili, deprivati di dimensioni di socialità importanti. Dall’altra, tuttavia, ha stimolato un aumento della resilienza e della cooperazione: basti pensare che le domande per il servizio civile sono più che raddoppiate.
I problemi transitori diminuiranno con il progressivo ritorno alla normalità, quel che preoccupa sono tuttavia i fenomeni più gravi. Nei primi mesi del 2020 le domande di accesso ai servizi di salute mentale hanno sperimentato un calo netto, tornando a raddoppiare e triplicare nei primi mesi del 2021, congestionando il sistema e impedendo di fornire una risposta adeguata a tutti.

Più ottimista il commento di Andrea Panico, psichiatra e psicoterapeuta e Presidente della fondazione Telemaco, che ha letto la stagione pandemica come una opportunità per molti giovani per mettersi in gioco, rimboccandosi le maniche e smettendo di demandare ad altri responsabilità proprie.

Giovani e pandemia, il boom di violenza

I dati mostrati dalla presidente della Sezione Minori del Tribunale di Milano, Maria Carla Gatto, sono comunque poco confortanti. Nel 2020 si è infatti assistito a un’impennata del 41% dei fenomeni di violenza da parte dei minori verso genitori o familiari. Minori che spesso hanno meno di 15 anni. «Questa crescente intolleranza dei giovani verso l’autorità, genitoriale o di altro tipo, spinge a una riflessione il sistema adulto e sociale nel suo complesso. Dall’altra parte, in ogni caso, può fungere da pungolo per la creazione di una rete di servizi di presa in carico territoriale cui fare riferimento».
Nella prima fase pandemica i giovani sono passati sotto silenzio e i riflettori si sono accessi su di loro solo a seguito del verificarsi di episodi che denotavano un’esplosione di rabbia collettiva. Questo periodo ha inoltre insegnato che i meccanismi di aggregazione hanno cambiato pelle, perché l’appartenenza territoriale non è più determinante, ma viene stimolata dalla rete e l’unico motivo aggregativo è quello di agire insieme con violenza.

Farmacisti sentinelle del disagio

Lisa di Bernardino, Vice Questore della Polizia Postale, ha confermato che le nuove dinamiche di violenza prendono vita in rete, portando a episodi con il coinvolgimento di minori di età sempre più bassa. Nel 2020 si è assistito a un +77% di casi di pedopornografia, adescamento e cyberbullismo. La produzione e diffusione di materiale pedopornografico è aumentato del 132% rispetto ai 12 mesi precedenti. I primi quattro mesi del 2021 proseguono in questa direzione: +96% di denunce, anche se ancora esiste una larga fetta di sommerso per paura di ritorsioni. Il periodo pandemico ha certamente enfatizzato questi fenomeni con il venir meno di momenti di socializzazione de visu e relegandoli solo alla dimensione online. «Occorre chiedere una maggiore presenza, attenzione e dialogo da parte dei genitori, che devono essere più digitalizzati. Le misure adottate a livello istituzionale con patti di comunità hanno visto il coinvolgimento di attori diversi (insegnanti, sindaci, carabinieri, psicologici, farmacisti) per monitoraggio e comunicazione. Quello che rimane prioritario è dare la possibilità ai ragazzi di discernere in rete il bene dal male, aiutandoli a tutelarsi e difendersi dalle tante insidie del web».

Il mondo adulto deve organizzarsi, e molto rapidamente, per arginare questo tipo di dinamiche. Da una parte emerge con forza l’insufficienza di strutture terapeutiche, dall’altra si paga l’assenza di un’educazione sulla salute fisica e mentale che consenta un intervento precoce. In questo i farmacisti possono giocare un ruolo davvero importante, agendo come sentinelle del disagio.