È stata presentata nei giorno scorsi presso l’Università di Pavia l’indagine “L’omeopatia in Italia. Analisi dell’andamento del comparto omeopatico pre, durante e post-pandemia nelle farmacie italiane”, condotta dal dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia e H-Ventures.

La ricerca, condotta su un campione statistico rappresentativo nel mercato farmaceutico, ha permesso di ricavare evidenze utili per poter valutare eventuali interventi, necessari al fine di migliorare lo sviluppo di un settore che gode della fiducia degli italiani, nonostante le difficoltà affrontate nel periodo Covid.

Un quadro interessante, che apre nuovi scenari rispetto all’omeopatia, quello presentato da Silvia Figini, professore di Statistica Economica presso l’Università̀ degli Studi di Pavia e da Alfredo Sassi, CEO di H-Ventures, professore a Contratto di Big Data e Modelli Computazionali per il Marketing presso l’Ateneo pavese.

«L’indagine – commenta Sassi – ha rilevato la percezione del farmacista rispetto a questi farmaci. In particolare, è emerso il suo livello di soddisfazione nella gestione dell’omeopatia, la volontà di investire sul questo prodotto e, alla luce del cambiamento dell’approccio nei confronti del benessere dopo il Covid, anche il desiderio di migliorare il livello di conoscenza dei singoli farmaci».

Dalla ricerca, infatti, è emerso che i farmacisti, durante la pandemia, hanno consigliato spesso i prodotti omeopatici, risultato sovrapponibile anche alle preferenze dei pazienti. Il trend non sembra destinato a cambiare: il 91,5% sostiene che sta continuando continua e continuerà a proporre i farmaci omeopatici ai propri clienti.

Anche in ambito pediatrico, dai dati si evince che con l’aumento dell’età dei bambini, si nota anche una crescita di richieste dei prodotti omeopatici. Secondo la ricerca, la qualità e l’assenza di effetti collaterali e l’efficacia, rappresentano i primi due punti di forza utilizzati dai farmacisti nel consigliare i prodotti omeopatici.

Del resto, come dichiara Paolo Vintani, membro del direttivo della Fondazione Guido Muralti: «L’omeopatia non è solo clinica e anamnesi, ma è tecnica farmaceutica. Inoltre, ha sempre rappresentato un mezzo per conoscere il proprio cliente e questo l’ha resa alleata essenziale per il recupero professionale della categoria. Ora, la nuova sfida che ci attende è quella di riposizione il prodotto omeopatico. Di certo, occorre investire sulla formazione per offrire al farmacista il giusto supporto nella relazione con il paziente e colmare il margine di miglioramento esistente».

«L’omeopatia è una disciplina medica regolamentata da leggi dello Stato che si rifanno a Direttive Europee. In Italia, il quadro normativo è molto restrittivo, a differenza di altrove. Aifa, dal punto di vista regolatorio compara i farmaci omeopatici agli allopatici, ma l’assenza di indicazioni terapeutiche rappresenta una grande contraddizione» aggiunge, infine, Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese.