L’uso dei farmaci nella popolazione anziana

È stato presentato lo scorso 13 ottobre il rapporto OsMed “L’uso dei farmaci nella popolazione anziana”. L’indagine mostra che gli over 65 consumano in media 3 dosi di medicinali al giorno, con una spesa annua pro capite di circa 660 euro. Gli uomini ricorrono ai farmaci più delle donne; circa il 30% del campione utilizza 10 o più sostanze contemporaneamente

Il Rapporto su “L’uso dei farmaci nella popolazione anziana”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) con il coordinamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), descrive le caratteristiche della prescrizione farmaceutica nella popolazione over 65, approfondendo alcuni aspetti relativi a tre setting assistenziali: l’ospedale, il domicilio e le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

La pubblicazione, inoltre, analizza l’uso concomitante di diversi farmaci per il trattamento di alcune cronicità, valutando qualità e appropriatezza prescrittiva. Il report descrive inoltre alcune esperienze italiane di deprescrizione, affronta il tema dell’appropriatezza prescrittiva nei grandi anziani (over 90) e l’impatto del Covid-19 sull’uso di farmaci da parte di questo target nel corso del 2020, confrontando i dati con i valori pre-pandemici del 2019.

Alcuni dati

Dal rapporto emerge che gli over 65 consumano in media 3 dosi di medicinali al giorno, con una spesa annua pro capite di circa 660 euro a livello nazionale, anche se con forti variabilità regionali (593 Euro al Nord, 759 Euro al Sud). Il consumo dei farmaci appare più significativo nella popolazione anziana di sesso maschile rispetto a quella femminile; in generale comunque circa il 30% degli ultrasessantacinquenni assumono 10 o più sostanze contemporaneamente. Lo studio evidenzia inoltre che il consumo di farmaci cresce all’aumentare dell’età, ma solo fino agli 84 anni, traguardo in cui entra in gioco il survivor effect.

I prodotti più prescritti

Tra i prodotti maggiormente utilizzati da questo target, in primis i farmaci cardiovascolari, in particolare gli antipertensivi, utilizzati da quasi 8 su 10 over 65. A seguire, farmaci gastrointestinali e del metabolismo, antibatterici e farmaci del sangue e degli organi emopoietici. Nelle donne, primeggiano i medicinali per il trattamento dell’osteoporosi, assunti da quasi 1 su 2 (48,4%). Sono consumati in misura maggiore dalle donne gli antidepressivi (19,3% rispetto al 10,6% degli uomini) e i farmaci per la terapia del dolore (17,1% rispetto all’11,5% degli uomini.

Alcune prescrizioni inappropriate

All’interno della pubblicazione emergono alcune inappropriatezze prescrittive. Ne è un esempio l’eccessivo carico di farmaci psicotropi in pazienti affetti da demenza. O ancora, in pazienti in trattamento per il morbo di Parkinson, l’assunzione concomitante di farmaci per l’ulcera peptidica e il reflusso gastroesofageo, da evitare considerando che riducono l’assorbimento.

Negli over 90 sono molto frequenti le prescrizioni di antipertensivi, antiaggreganti, farmaci per l’ulcera peptica e ipolipemizzanti, anche se i rischi-benefici andrebbero accuratamente valutati rispetto allo specifico target.

Lo studio evidenzia inoltre associazioni di farmaci potenzialmente gravi, come l’uso concomitante di 2 o più farmaci che aumentano il rischio di sanguinamento gastrointestinale o di insufficienza renale: i dati di prevalenza sono rispettivamente del 6,6% e del 9,5%.

L’impatto del Covid-19

Nel corso dello scorso anno, complice la pandemia da Covid-19, nella popolazione over 65 è stato riscontrato un decremento nell’uso di antibiotici e FANS determinata probabilmente da una ridotta trasmissione di influenza e altre patologie infettive. Di contro, il maggior incremento è stato registrato per gli anticoagulanti. Le nuove prescrizioni sono diminuite in particolare nelle fasce d’età più giovani (65-69 anni), in quanto spesso si accompagnano a nuove diagnosi, ridottesi a causa della pressochè totale dell’attività elettiva non urgente.