Pubblicato da Assosalute, il rapporto si struttura in 5 capitoli. Parte da una disamina a livello europeo del quadro sanitario ed economico, per poi restringere il focus al mercato farmaceutico italiano del 2022 e quindi al mercato dei prodotti che non necessitano di prescrizione. Il quarto capitolo si focalizza sui trend di spesa 2023-25 del mercato non prescription per poi analizzare le caratteristiche del mercato e degli attori del comparto

Nuova edizione per il rapporto “Numeri e indici dell’automedicazione”; a cura del Centro Studi Assosalute. L’edizione 2023, pubblicata nei giorni scorsi, si articola in 5 capitoli.

Il primo capitolo è dedicato alle dinamiche di crescita ed evoluzione della popolazione (che mostrano un progressivo invecchiamento, in particolare in alcuni contesti), alla spesa sanitaria e al mercato farmaceutico attraverso un’analisi condotta in 17 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera).

Stando ai dati Ocse, nei Paesi considerati la spesa sanitaria pubblica costituisce mediamente l’81,5% della spesa sanitaria corrente e ha visto un incremento del proprio peso sulla spesa sanitaria complessiva di 2,3 punti percentuali rispetto al 2019, a fronte di quella privata che costituisce circa il 2,1% del PIL.

La spesa sanitaria europea

A incidere in particolare sulla spesa pubblica è la spesa farmaceutica. Con specifico riferimento al settore dei farmaci senza obbligo di prescrizione, i 5 mercati più rilevanti (Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Italia) rappresentano il 70,9% del mercato farmaceutico europeo dei medicinali non prescription. Il comparto italiano dei farmaci senza ricetta è quello più significativo in valori assoluti, anche se le dimensioni del mercato sono inferiori a quelle di altri contesti come Francia e Germania.

Nel 2022 la spesa per i farmaci senza obbligo di prescrizione nei Paesi considerati è cresciuta del 9%, con un aumento più che doppio rispetto al 2021 (+4,2%), e questo per via di una maggiore incidenza di sindromi influenzali, parainfluenzali, Covid-19 in forma lieve e altre sindromi che non necessitavano di farmaci con prescrizione medica. Per il 2023, le stime risultano in aumento anche se più contenute rispetto all’anno precedente e con tassi estremamente variabili tra Paese e Paese.

Il mercato italiano

I dati di vendita relativi al 2022 mostrano una dispensazione di poco meno di 1,8 miliardi di confezioni di medicinali, per un controvalore superiore ai 17 miliardi di euro. I dati sono stati positivi sia per i farmaci con obbligo di prescrizione, sia per quelli senza ricetta. L’aumento della spesa è risultata superiore per i secondi (+19%) rispetto ai primi (+2,1%). «Per quanto riguarda le confezioni dispensate, i trend sono similari rispetto a quelli a valori: i farmaci con obbligo di prescrizione mostrano un andamento moderatamente positivo (+2,0%), mentre i medicinali senza obbligo di ricetta fanno osservare un deciso aumento, con un incremento a doppia cifra (+15,9%)» si legge nel rapporto.

Il 2022 ha rafforzato l’andamento positivo evidenziatosi già a partire da aprile 2021, complice l’allentamento delle misure restrittive imposte dal Covid-19, la ripresa circolazione di virus influenzali e simil influenzali. Più in generale dall’incidenza di disturbi non gravi. Per quanto riguarda il mercato, la farmacia detiene una quota di mercato stabile dell’89% a volumi e del 90,5% a valori dei medicinali senza obbligo di ricetta. L’e-commerce, per quanto in crescita, risulta ancora marginale con riguardo a questo comparto.

L’innovazione del mercato non prescription

Rispetto al mercato farmaceutico tradizionale, quello non prescription mostra margini di innovazione più contenuti, anche se le aziende del comparto investono costantemente al fine di innovare e rinnovare i farmaci già presenti sul mercato, di ottimizzarne i dosaggi e le forme di somministrazione e, quindi, l’efficacia, riducendone eventuali controindicazioni e interazioni. Ne consegue che sono frequentemente immessi sul mercato farmaci il cui principio attivo è in commercio da anni, ma con forme farmaceutiche o associazioni nuove. A livello di fatturato, il 54,1% è rappresentato da confezioni lanciate nel 2000 mentre quelle lanciate dal 2010 rappresentano il 36% delle vendite complessive.

Le 5 categorie di prodotti più in uso

A livello di prodotti, le cinque categorie terapeutiche a maggiore incidenza di spesa e consumo (90,1% delle confezioni vendute e 87,2% della spesa) sono quelle dei medicinali per la cura delle malattie da raffreddamento, degli analgesici, dei farmaci gastrointestinali, dei dermatologici e dei medicinali per l’apparato circolatorio.

Trend 2023-2025

In considerazione delle condizioni date, è previsto un trend di crescita per l’anno in corso (+9,7%), andamento positivo che, seppure a tassi più contenuti, si manterrà anche negli anni a venire (+5% e +3,8% rispettivamente nel 2024 e 2025). A livello di ‘paniere’, in assenza di modifiche di carattere regolatorio, non sono attesi cambiamenti nella composizione della spesa. A livello geografico infine, i farmaci senza ricetta manterranno l’attuale configurazione: 50% al Nord, 21% al Centro e 27% al Sud.