Un genitore su tre fatica a riconoscere l’obesità nel proprio figlio mentre un adolescente su quattro non si rende conto di essere obeso. È quanto emerge dallo studio Action Teens presentato in occasione del Congresso Europeo sull’Obesità

In occasione dell’ultimo Congresso Europeo sull’Obesità, ECO 2022, sono stati presentati i risultati dello studio Action Teens, un’indagine che aveva come obiettivo principale quello di identificare le percezioni, le attitudini, i comportamenti e gli ostacoli per la cura dell’obesità e capire in che modo questi fattori influenzino la sua gestione.

Lo studio è stato condotto in 10 Paesi nei vari continenti: Italia, Australia, Colombia, Messico, Arabia Saudita, Corea del Sud, Spagna, Taiwan, Turchia e Regno Unito. Ha coinvolto circa 13 mila persone, di cui oltre 5 mila bambini e adolescenti con obesità, 5.400 genitori e caregiver e più di 2 mila operatori sanitari.

Dall’indagine è emerso che 1 adolescente su 4 non si rende conto di essere obeso, mentre 1 genitore su 3 non riconosce l’obesità del proprio figlio.

I rischi dell’obesità pediatrica

I nuovi dati evidenziano inoltre i rischi connessi all’obesità pediatrica. L’insorgenza precoce di questa malattia determina, infatti, un impatto importante sulle aspettative di vita di chi ne è affetto, a partire dal rischio di morte prematura che appare triplicato per i bambini obesi rispetto a quelli normopeso.

Emerge inoltre dall’indagine che i genitori tendono a disconoscere il problema, sottovalutandone la gravità e ritenendo che possa risolversi con la crescita, un’idea quest’ultima che non trova alcun supporto scientifico. L’ignorare – e quindi sottovalutare – la patologia, pone invece questi giovani pazienti obesi a rischio di gravi complicanze.

I dati italiani: un quadro allarmante

«In Italia i dati più recenti dell’indagine Okkio alla Salute ci dicono che purtroppo siamo tra i Paesi europei con i valori più elevati di sovrappeso e obesità nella popolazione in età scolare. Risulta, infatti, che la percentuale di bambini in sovrappeso è del 20,4% e quella di bambini con obesità del 9,4%, compresi i gravemente obesi, che rappresentano il 2,4%» ha sostenuto Claudio Maffeis, Past President della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.

Migliorare la formazione per supportare i pazienti obesi

«I risultati dello studio mostrano che, nonostante gli adolescenti vogliano perdere peso per migliorare la propria salute, in un caso su tre non riescono a parlarne direttamente con i genitori e spesso ricorrono all’uso dei social media per cercare aiuto – ha commentato Vicki Mooney, uno degli autori dello studio, Direttore esecutivo della European Coalition for People living with Obesity (ECPO). – È difficile comprendere pienamente le pressioni quotidiane cui gli adolescenti in questa situazione sono soggetti, soprattutto perché due terzi di loro si sentono gli unici responsabili del perdere peso. Infatti, molti genitori e caregiver di bambini e adolescenti con obesità non sanno come affrontarla e come gestirla al meglio».

Dallo studio, infine, emerge la necessità di migliorare i percorsi di formazione di medici e operatori sanitari nella gestione e nella cura dell’obesità come malattia cronica. Secondo i dati raccolti risulta, infatti, che l’87% ritiene di non aver avuto una formazione adeguata su questa malattia.