Prevenzione della cecità: la relazione del Ministero

È stata pubblicata la relazione del Ministero della Salute con riguardo allo stato di attuazione delle politiche inerenti la prevenzione della cecità, l’educazione e la riabilitazione visiva con i dati del 2018. Il rapporto evidenzia una distribuzione territoriale dell’offerta di servizi ancora disomogenea, comportando una mobilità sul territorio nazionale da parte dei cittadini

Lo Stato italiano riconosce l’efficacia della prevenzione e della riabilitazione visiva destinando finanziamenti specifici per le attività dei Centri di educazione e riabilitazione visiva delle Regioni e per le attività istituzionali della Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della Cecità (IAPB), sottoposta alla vigilanza del Ministero della Salute.

La normativa di riferimento in Italia

La normativa di riferimento è rappresentata:

  • dalla Legge 284/97 “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”;
  • dal Decreto Ministeriale 18 dicembre 1997, modificato dal decreto 10 novembre 1999 che ha definito i requisiti organizzativi, strutturali e funzionali dei Centri specializzati per l’educazione e la riabilitazione visiva;
  • dall’Accordo Stato-Regioni del 20 maggio 2004 che ha definito i compiti e le attività dei Centri per l’educazione e la riabilitazione visiva, nonché i criteri di ripartizione dei finanziamenti previsti in favore delle Regioni per la realizzazione di interventi di prevenzione della cecità e di riabilitazione visiva;
  • dalla Legge 16 ottobre 2003, n. 291 che ha istituito il Polo nazionale di servizi e ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti.

Annualmente il Ministero della Salute presenta una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle politiche di prevenzione della cecità perché possa esservi trasparenza e diffusione capillare delle informazioni sui programmi di azione e sugli obiettivi raggiunti.

La cecità e la situazione italiana

L’impatto psicosociale della cecità e dell’ipovisione, nonostante l’aumento della sensibilità collettiva su questi temi, è ancora molto rilevante, considerate le notevoli interferenze di questa disabilità con numerose aree dello sviluppo, dell’apprendimento e dell’autonomia dell’individuo. A livello regionale, dall’analisi dei dati raccolti nel 2018, si evidenzia una distribuzione territoriale dell’offerta di servizi ancora disomogenea, comportando una mobilità sul territorio nazionale da parte dei cittadini.

I problemi visivi a livello globale e italiano

Stando ai dati del più recente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “World report on vision” dell’ottobre 2019, viene stimato che, a livello globale, almeno 2,2 miliardi di persone abbiano una disabilità visiva. Di questi, almeno 1 miliardo presenta una disabilità visiva che avrebbe potuto essere prevenuta o che non è stata presa in carico.

Secondo il Rapporto ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea”, le gravi limitazioni visive colpiscono mediamente il 2,1% della popolazione dell’Unione Europea dai 15 anni in su, mentre a partire dai 65 anni si arriva al 5,6% e dai 75 anni all’8,7%. Nel nostro Paese oltre un terzo degli anziani soffre di limitazioni visive almeno moderate, il che equivale a 4,5 milioni di persone. I dati italiani risultano allineati a quelli dell’UE a 28: 2 persone su 100, dai 15 anni in su, soffrono di gravi limitazioni sul piano visivo, percentuale che sale al 5,4% tra chi ha più di 65 anni e all’8,6% per chi ha almeno 75 anni. Lo scenario diventa più preoccupante se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi: in questo caso dai 75 anni in poi ne soffre il 43% della popolazione.

La migliorata assistenza neonatologica e l’incremento della vita media hanno aumentato la prevalenza di patologie legate alla prematurità e di patologie degenerative maculari. Dal momento che un grave danno visivo non compromette soltanto l’occhio, ma la vita stessa dei pazienti, appare cruciale allestire progetti di intervento di tipo preventivo, terapeutico e riabilitativo. L’identificazione delle cause di danno funzionale tanto più è precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi.

Le azioni messe in campo

Il Piano d’azione globale per la prevenzione della disabilità visiva portato avanti dall’Oms per il periodo 2014-2019 poggia su 5 pilastri:

  • accesso universale ed equità,
  • diritti umani,
  • pratiche basate sulle evidenze scientifiche,
  • approccio mirato all’intero corso dell’esistenza,
  • empowerment delle persone affette da deficit visivi.

Le azioni che gli Stati membri sono stati chiamati a mettere in campo si articolano intorno a tre obiettivi: raccogliere evidenze scientifiche sulle cause dei deficit visivi; incoraggiare l’elaborazione e l’attuazione di politiche, piani e programmi nazionali integrati per la salute oculare; promuovere l’impegno multisettoriale e partenariati efficaci per il miglioramento della salute oculare. Questi tre obiettivi sono stati corredati da indicatori misurabili per verificarne i progressi nazionali e territoriali.

Ai fini dell’identificazione precoce della disabilità visiva e in linea con quanto richiesto nel Piano di azione dell’Oms, il Ministero della Salute ha lavorato all’implementazione e attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2019 che ha previsto un’area dedicata alla prevenzione dell’ipovisione e della cecità (con specifici programmi di screening oftalmologici neonatali). I progetti e i programmi regionali all’interno del Piano hanno avviato e supportato le attività delle strutture regionali per l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che hanno introdotto la prevenzione oftalmica neonatale attraverso lo screening oftalmologico neonatale oltre a importanti aggiornamenti nei procedimenti diagnostici e terapeutici in oftalmologia garantiti dal Ssn, aggiornando l’elenco delle prestazioni specialistiche e prevedendo la riabilitazione della funzione visiva degli ipovedenti.

Nel 2018 in Italia è stata inoltre introdotta nei LEA la riabilitazione visiva.
Numerose sono nel nostro Paese le azioni messe in campo per la prevenzione primaria e secondaria: dalle campagne informative agli screening, dalle giornate dedicate (la Giornata Mondiale della Vista, la Giornata del Glaucoma) alle azioni messe in campo dalle unità mobili oftalmologiche al progetto dedicato ai bambini di età scolare “Occhio ai bambini”.