Uso dei farmaci: i dati del rapporto OsMed 2020

La spesa farmaceutica complessiva nel 2020 è stata pari a 30,5 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente, con una spesa pubblica che ha rappresentato il 76,5% del totale. Aumentata la spesa a carico del cittadino: i farmaci di classe C hanno raggiunto i 5,7 miliardi

«I farmaci sono un bene etico per la salute dei cittadini». È con queste parole che il Ministro della Salute Roberto Speranza ha dato avvio alla presentazione dell’ultimo rapporto Osmed “L’uso dei farmaci in Italia 2020” di Aifa sul consumo di farmaci in Italia.

«Ci troviamo a un passaggio cruciale – ha proseguito il Ministro – in cui, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in un solo colpo ci saranno 20 miliardi di risorse destinate alla Sanità per avviare riforme importanti come l’assistenza domiciliare, le reti ospedale-territorio, la sanità digitale.

La fotografia di questo rapporto mostra appieno questo scenario: lo scorso anno, ad esempio sono state finanziate 17.400 borse per i medici, un numero di gran lunga superiore a quello degli anni precedenti. Del resto il Paese potrà ripartire soltanto se il sistema sanitario nazionale si dimostrerà all’altezza della sfida».

Farmaci, il mercato globale

A livello globale, come ha illustrato Nicola Magrini, direttore generale di Aifa, il mercato farmaceutico è un comparto da 1,2 trilioni di euro che ancora vede negli USA il player principale in termini di vendite e consumo (42,9% del totale). L’Europa segue con un 22,7% mentre il mercato asiatico ha raggiunto il 12%.

Moltissimi sono i tasselli che ruotano intorno al mercato del farmaco: dalle falsificazioni alle donazioni non etiche di farmaci, dai conflitti di interesse agli illeciti veri e propri.
«Quello che è emerso in modo molto significativo con la pandemia da Covid-19 è stato il ruolo fondamentale della ricerca, gli standards of care e dell’importanza dell’interconnessione, di essere parte di una research community globale».

Il mercato italiano dei farmaci

La spesa farmaceutica nazionale nel 2020 è stata pari a 30,5 miliardi di euro, comprendendo sia quella pubblica sia quella privata, stabile rispetto all’anno precedente.
La spesa pubblica ha rappresentato il 76,5% della spesa complessiva, con 23,4 miliardi di euro e una flessione dello 0,8% rispetto al 2019.

È rimasta pressoché stabile la spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie, sia in termini di spesa sia di consumi, che si è attestata sui 13,5 miliardi di euro totali e sui 222,87 euro pro-capite.
Spesa e consumo aumentano all’aumentare dell’età: la prevalenza d’uso si attesta al 62,8% anche se nei grandi anziani arriva addirittura al 100%: in questo target, la spesa media per utilizzatore si è attestata a ben 560 euro (601 negli uomini e 527 nelle donne).

A livello generale invece, nell’anno considerato, la spesa farmaceutica pro capite (comprensiva dei medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata) è stata pari a 385,88 euro, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente. I consumi sono stati pari a circa 1,2 dosi al giorno, stabili rispetto al 2019.

La ripartizione della spesa

Nel 2020 è aumentata la spesa a carico del cittadino: la spesa per farmaci di classe C ha infatti raggiunto i 5,7 miliardi di euro. Di questi il 57,8% (3,3 miliardi di euro), è relativo a farmaci con ricetta e il 42,2% (2,4 miliardi) a farmaci di automedicazione.

Driver di spesa: le benzodiazepine, i contraccettivi e i farmaci utilizzati nella disfunzione erettile. Per quanto attiene invece ai farmaci di automedicazione, nel 2020 sono stati “protagonisti” antipiretici e Fans.

Farmaci e aree terapeutiche

I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (49,05 euro pro capite) e consumo nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (102,88 euro pro capite) e consumo tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.

Nell’anno si è evidenziato un calo nel consumo di antibiotici superiore al 21%: questa diminuzione potrebbe figlia di una modifica dei modelli organizzativi e della minore trasmissione delle infezioni batteriche determinata dall’uso di dispositivi di protezione.
Il vaccino influenzale, invece, grazie a una più marcata sensibilizzazione in fase pandemica, ha sperimentato un aumento del 23,6%.

Correlazione inversa reddito pro-capite e spesa farmaceutica

Il rapporto ha evidenziato una correlazione inversa tra reddito pro-capite e spesa farmaceutica: più virtuose le regioni del Nord, in cui il reddito è generalmente più alto, meno quelle del Sud. Questo fenomeno andrebbe indagato a partire da una correzione di stili di vita e mancati modelli di prevenzione.

La Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A è stata la Campania, con 197,3 euro pro capite, mentre il valore più basso è stato registrato nella Provincia Autonoma di Bolzano (114,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 72%. Stesso discorso per quanto attiene ai consumi.

Farmaci e Covid-19

Con l’avvento del Covid-19 alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’infezione da Sars-Cov-2 hanno sperimentato una importante crescita (+8,5% rispetto al 2019). Tra questi si collocano al primo posto le eparine, che rappresentano circa metà dei consumi e un terzo della spesa, seguite dai corticosteroidi.

Farmaci a brevetto scaduto

Nell’anno considerato i farmaci a brevetto scaduto hanno rappresentato il 67,6% della spesa e l’84,8% dei consumi per quanto riguarda i prodotti di fascia A. La percentuale dei farmaci equivalenti è stata invece del 20,5% per la spesa e 30,7% per i consumi. Anche per quanto attiene a quest’ultima tipologia di farmaci, molto forti sono le differenze regionali: in alcune Regioni gli equivalenti superano il 40%, in altre non arrivano al 20%.

Farmaci innovativi

Sono stati 40 i farmaci che nel 2020 hanno beneficiato del requisito di innovatività (piena o condizionata), quasi tutti riconducibili all’area oncologica. A incidere maggiormente sulla spesa dei farmaci innovativi sono stati gli anticorpi monoclonali e le molecole di sintesi (97,8% della spesa). Considerando l’area terapeutica coperta dai farmaci innovativi, emerge che il 72,3% della spesa e il 59,7% dei consumi sono costituiti dai farmaci indicati nei tumori solidi e del sangue.

Un confronto internazionale

Nel confronto internazionale si evidenzia una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei. Al contrario, l’Italia si posiziona al secondo e al primo posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo per i farmaci biosimilari.

Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia.