Per la prima volta dall’inizio della pandemia, nel febbraio 2020, nelle terapie intensive in Lombardia non ci sono pazienti ricoverati per Covid-19. Secondo Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), si tratta di «una bellissima notizia per la Lombardia e per tutto il Paese, che si aggiunge all’annuncio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla possibile imminente fine della pandemia».

Un lavoro di squadra

«Se possiamo lasciarci definitivamente alle spalle la pandemia – prosegue Mandelli – lo dobbiamo agli scienziati e ricercatori di tutto il mondo che hanno sviluppato vaccini e terapie efficaci, al senso civico e alla responsabilità dei cittadini, e al lavoro straordinario del personale sanitario che, ciascuno per la propria parte, ha operato senza sosta in tutti i presidi del Ssn per combattere una malattia nuova e sconosciuta, prestando cure e assistenza, ma anche vicinanza e conforto ai malati e alle loro famiglie.

Determinante, per uscire dall’emergenza e far ripartire il Paese, è stata la massiccia adesione degli italiani alla campagna vaccinale anti-Covid, il cui successo è stato possibile grazie a uno straordinario lavoro di squadra, coordinato dalla Struttura Commissariale guidata dal Gen. Figliuolo, che si è avvalso anche dell’importante contributo dei farmacisti di comunità». I farmacisti, infatti, hanno svolto un ruolo chiave nel rendere le vaccinazioni un servizio di prossimità. Sono stati oltre quattro milioni i vaccini somministrati in farmacia; di questi, oltre un milione sono stati inoculati in Lombardia. Numeri del tutto rilevanti.

Punto di partenza

«La pandemia ha messo al centro il valore della salute quale bene comune che investe tutti gli ambiti della nostra esistenza, sottolineando l’importanza di tornare a investire sulla sanità quale settore strategico per il futuro del nostro Paese. Dobbiamo proseguire nell’opera di potenziamento del territorio e della medicina di prossimità, senza dimenticare l’esigenza di rafforzare gli ospedali, per garantire la tutela del diritto alla salute ed evitare che un’altra emergenza ci travolga in futuro» conclude il presidente Fofi.