Da EMA una guida sui biosimilari per i farmacisti

Sono passati dieci anni dall’approvazione del primo farmaco biosimilare da parte dell’Agenzia europea dei medicinali nel 2006: un anniversario che EMA ha voluto onorare con la pubblicazione della guida “Biosimilars in the EU”, redatta in collaborazione con la Commissione Europea dopo un confronto che ha coinvolto anche le associazioni rappresentative di medici, infermieri, farmacisti e pazienti.

La nuova guida è volta a supportare le quotidiane attività dei professionisti della sanità, tra cui i farmacisti, ed è stata presentata a Bruxelles in occasione del 3° Workshop sui biosimilari che ha riunito i diversi attori della filiera della cura.

I biosimilari sono farmaci a tutti gli effetti altrettanto sicuri ed efficaci rispetto alle rispettive “reference medicines”, ci tiene a sottolineare il rapporto fin dalle premesse. I biosimilari non sono invece equiparati a repliche generiche del farmaco biologico originator, a causa della piccola variabilità molecolare e delle più complesse modalità produttive, che inducono un certo grado di microeterogeneità nelle molecole. Per un farmaco biosimilare non si può, infatti, parlare di identità chimica assoluta con il prodotto originator, a causa delle piccole differenze presenti nelle loro biomolecole che derivano dalla loro produzione da parte dei microorganismi. Il biosimilare è definito avere un’elevata similitudine con un altro medicinale biologico già approvato nell’Unione Europea: la piccola variabilità osservata deve cadere entro un range predefinito di accettabilità, definito in sede di validazione del processo produttivo. I controlli di qualità assicurano la consistenza batch-to-batch dei lotti di produzione, ad esempio nel livello di glicosidazione. Il doumento di EMA sottolinea anche come le minime differenze esistenti tra originator e biosimilari non siano significative dal punto di vista clinico, di efficacia e sicurezza dei prodotti.

 

Tutti i farmaci biologici, non importa se biosimilari o meno (la maggior parte sono proteine), sono prodotti secondo gli elevati standard qualitativi, GMP e GCP tipici dello sviluppo farmaceutico. La dimostrazione di biosimilarità, sottolinea il documento, implica che un nuovo biosimilare abbia mostrato alta similarità in termini di struttura, attività biologica, efficacia e sicurezza, oltre al profilo immunogenico. L’approvazione di un farmaco biosimilare si basa su studi di comparabilità, secondo un cammino di sviluppo che permette di evitare l’inutile ripetizione di studi clinici che erano già stati svolti per l’originator.

L’attività farmacologica di un farmaco biosimilare può essere estrapolata anche rispetto ad altre indicazioni già approvate per il prodotto di riferimento, oltre a quella che aveva portato alla sua iniziale autorizzazione. Anche per l’estrapolazione EMA richiede alle aziende interessate di fornire evidenza di studi di comparabilità, inclusivi degli aspetti di qualità, clinici e non clinici. Questo approccio può venire utilizzato anche nel caso di modifiche delle modalità produttive, ad esempio per l’introduzione di nuove formulazioni, e si basa in questo caso su studi di comparabilità in vitro, senza ripetizione degli studi clinici.

Anche il sistema di farmacovigilanza a cui afferiscono i biosimilari è lo stesso che per tutti gli altri prodotti medicinali, senza nessun requisito aggiuntivo che derivi dal loro metodo di produzione. Nei dieci anni in cui questi prodotti sono stati in commercio sul territorio europeo, sottolinea la guida, non sono stati evidenzati particolari problemi per quanto riguarda gli effetti avversi sia dei biosimilari che dei farmaci biologici di riferimento.

La competizione introdotta sul mercato con l‘introduzione di questa nuova categoria di farmaci può favorire l’accesso dei pazienti alle cure salvaguardando la qualità delle medesime. La responsabilità delle decisioni in merito alla scambiabilità, allo switching e alla sostituzione di un farmaco biologico col suo biosimilare rimane sempre in capo ai singoli Stati Membri dell’UE, e non vede coinvolta l’Agenzia del farmaco.