Rapporto Istat 2017: italiani sedentari, ma attivi sui test di glicemia e colesterolo

Senza dubbio ci piace la televisione, fortunatamente viviamo più a lungo (aumentano anche gli anni vissuti senza limitazioni dopo i 65 anni), ma purtroppo cresce il numero di persone che hanno rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi. Sono questi alcuni dei dati più significativi che si trovano all’interno del Rapporto annuale 2017 “La situazione del Paese” redatto dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT)

Come anticipato l’invecchiamento della popolazione è l’aspetto demografico che contraddistingue il nostro Paese, anche in riferimento al contesto internazionale, collocandolo tra quelli più longevi al mondo. In particolare nel 2016, in crescita rispetto al 2015, la speranza di vita alla nascita ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e oltre 85,1 anni per le donne. Ciò comporta un incremento del peso degli anziani rispetto ai giovani sul totale della popolazione.

Piramide dell'età della popolazione residente dal 2008 e al 2017

Tra i principali fattori che hanno permesso il progressivo invecchiamento, pur in un contesto che vede ben il 28,7 % delle persone residenti in Italia a rischio povertà (percentuale che sale al 49,5% se nel nucleo familiare è presente un cittadino straniero), un ruolo determinante lo hanno ricoperto certamente i miglioramenti della medicina e dei sistemi di cura in generale oltre che il diffondersi di comportamenti e abitudini più salutari.

Aumentare la prevenzione primaria per fronteggiare l’aumento di domanda di salute

L’aumento della popolazione anziana, tuttavia, comporta la rapida crescita dei bisogni di cura esponendo una fascia sempre maggiore di persone a problemi di salute di natura cronico-degenerativa. Tutto ciò pone, e porrà sempre di più in futuro, i sistemi sanitari dei paesi avanzati sotto forte pressione per l’aumento della domanda, con conseguenti problemi di sostenibilità finanziaria. Da questo punto di vista la strategia italiana si concentra sull’implementazione di iniziative volte al miglioramento degli stili di vita (prevenzione primaria), alla promozione di interventi di protezione mediante screening (prevenzione secondaria) nonché assicurare, attraverso i livelli essenziali di assistenza (LEA), le prestazioni a tutte le persone bisognose di cura.

La prevenzione secondaria

Riguardo la prevenzione secondaria l’ISTAT ha effettuato una comparazione a livello europeo per verificare con quale assiduità effettuiamo misurazioni quali i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue nonché la pressione arteriosa. Dal confronto emerge come l’Italia sia il secondo paese per i controlli di colesterolo e glicemia nel sangue. Molto meno bene, invece, le verifiche della pressione arteriosa.

Frequenza dei controlli per le malattie cardiovascolari

Analogamente la ricerca dell’Istituto di statistica ha effettuato un confronto anche per il controllo di alcune tipologie di tumori. In questo caso, osservando gli screening relativi a pap-test e mammografia, l’Italia si posizione in linea con il resto dell’Unione Europea, ma comunque al di sotto di Francia e Germania.

Frequenza del ricorso agli screening pap test e mammografia

 

Differenze di comportamento rispetto al genere, categoria sociale e area geografica

Un’ultima riflessione la meritano i comportamenti adottati rispetto al genere, i gruppi sociali di appartenenza e l’area territoriale. Certamente possiamo dire che, a parità di caratteristiche, le donne hanno una maggiore propensione alla prevenzione.

Stessa attenzione la posseggono i residenti delle regioni del Nord e del Centro soprattutto in confronto a chi vive nel mezzogiorno d’Italia. Anche l’influenza del reddito ha un suo ruolo dal momento che si assiste a comportamenti maggiormente virtuosi tra le categorie con adeguati standard economici e buoni livelli di istruzione.

Da questo punto di vista dovrebbe destare più di una preoccupazione la differenza di circa 20 punti percentuali tra le donne straniere presenti nei nuclei familiare a basso reddito e quelle con cittadinanza italiana appartenenti alle categorie più agiate.

Frequenza del ricorso agli screening per mammografia e pap test nelle fasce di età

Infine uno sguardo alla gestione del tempo libero anche in virtù della ricerca dei corretti stili di vita. In questo caso sapere che l’attività preferita dagli italiani, sia nella popolazione tra 25 e 64 anni che tra gli anziani, consiste nel guardare la televisione non suona certo come un elemento particolarmente positivo.

Principale attività nel tempo libero di un giorno medio settimanale delle persone di 25-64 anni - Istat 2017