L’automedicazione responsabile è un “patrimonio sociale e sanitario” per il Paese, ma la rivoluzione digitale e l’avanzata dell’Intelligenza Artificiale richiedono una mobilitazione collettiva per non disperdere il solido livello di alfabetizzazione sanitaria raggiunto dagli italiani.
Questo è il monito lanciato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica lo scorso 4 novembre a Roma nel corso della presentazione del nuovo Rapporto Censis, intitolato “Automedicazione Responsabile: un patrimonio sanitario e sociale da proteggere e rafforzare nell’era dell’Intelligenza Artificiale”.
Il documento, presentato in un evento istituzionale che ha visto la partecipazione di AIFA, FOFI e FIMMG, traccia un quadro di luci e ombre: da un lato, l’elevata competenza nell’uso dei farmaci da banco; dall’altro, i rischi di disinformazione nell’era dell’IA.
Alfabetizzazione sanitaria: i professionisti restano insostituibili
Secondo il Censis, il modello italiano di automedicazione si fonda su una cultura della responsabilità ormai radicata. Gli italiani, pur cercando informazioni, mantengono un approccio critico, privilegiando la relazione umana: l’86,6% dei connazionali consulta medici e farmacisti in caso di dubbi sui farmaci da banco. Anche a titolo informativo, quasi la metà degli italiani (48,2%) si rivolge al medico di medicina generale e il 47,9% al farmacista mentre solo il 24,1% cerca informazioni attivamente solo tramite Google, riconfermando che medici e farmacisti sono percepiti come pilastri equivalenti di affidabilità e “umanizzazione” della cura.
Il Presidente di Federchimica Assosalute, Michele Albero, ha rimarcato il valore di questo approccio: «L’automedicazione responsabile ha un valore sociale e sanitario straordinario: consente ai cittadini di gestire in autonomia i piccoli disturbi, contribuendo a un uso più efficiente delle risorse del Servizio Sanitario».
L’impatto dell’AI e i rischi di “bolla” informativa
L’ingresso dell’IA sta trasformando le abitudini informative, specialmente tra i più giovani, ma introduce nuovi rischi per l’alfabetizzazione sanitaria. Stando ai dati del report Censis, quasi 1 italiano su 2 (49,6%) usa già chatbot di AI per informazioni su piccoli disturbi e farmaci da banco, una percentuale che tra i più giovani supera il 70%.
Altresì, un preoccupante 37% di utenti non approfondisce le informazioni ricevute dall’AI o le verifica solo attraverso reti informali o digitali (come social media), rischiando di restare isolato in una “bolla informativa virtuale“. Per quanto concerne la cattiva informazione, il 37,9% degli italiani dichiara di essersi imbattuto in fake news sulla salute.
La necessità di informazioni sicure e affidabili
Di fronte a questo scenario, emerge una chiara domanda di garanzie: oltre tre quarti dei cittadini (77,6%) chiedono informazioni certificate, e il 65,8% auspica la creazione di app e siti ufficiali dedicati ai consulti per farmaci di automedicazione.
La proposta: investire nell’alfabetizzazione
Il Rapporto Censis non vede l’AI come una minaccia, ma come una potenziale opportunità, a patto che sia utilizzata come strumento a supporto della relazione umana, mai in sua sostituzione. Il 75,9% degli italiani continua infatti a considerare insostituibili le competenze dei professionisti sanitari.
«Non possiamo permetterci di essere inattivi – ha spiegato Francesco Maietta del Censis – È il momento di investire ancora di più nell’alfabetizzazione sanitaria e nella promozione di fonti affidabili, accompagnando i cittadini nell’uso consapevole delle nuove tecnologie».
La conclusione di Assosalute è netta: la soluzione non è limitare l’autonomia dei cittadini, ma «sostenere la cultura della responsabilità, diffondere informazioni certificate e promuovere un uso consapevole delle nuove tecnologie». Per questo, l’Associazione ha sollecitato una mobilitazione collettiva che coinvolga Istituzioni, professionisti sanitari e media, per garantire un governo consapevole del fenomeno digitale e un empowerment dei cittadini, soprattutto dei più giovani, in tema di salute e cura.


