Gli integratori a base di botanicals stanno riscuotendo sempre più successo tra i consumatori italiani. Regolamentati dal Decreto Ministeriale 2018, sono sostanze e preparati vegetali derivati da piante, alghe, funghi o licheni, disponibili sotto forma di integratori alimentari, cioè in forma predosata.
Oggi il mondo della ricerca scientifica nutrizionale sta volgendo lo sguardo verso i componenti bioattivi delle piante, riconoscendoli come preziosi alleati per la salute. Su numerosi fitocomposti sono stati dimostrati sia effetti antibatterici, antivirali, antimicotici, immunomodulatori ma anche antiossidanti, antinfiammatori, neuroprotettivi. Dalle evidenze sul benessere in età avanzata fino al supporto per la performance fisica, i botanicals rappresentano un’area di studio centrale, con un impatto significativo anche sul settore degli integratori alimentari.
Ad oggi i botanicals costituiscono un’importante fetta del mercato degli integratori con un valore pari al 12,3% dell’intero settore. Secondo un’elaborazione di Integratori & Salute su dati New Line, nell’ultimo anno il fatturato degli integratori a base di botanicals (riferito al periodo agosto 2024-luglio 2025) ha toccato in Italia i 566 milioni di euro, con una crescita in valore del +2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo arco di tempo i volumi hanno toccato quota 34,7 milioni di confezioni vendute, mostrando una sostanziale stabilità.
Andamento del mercato
I campi di applicazione dove gli integratori a base di botanicals vengono maggiormente impiegati riguardano il sistema gastrointestinale, respiratorio e cardiovascolare.
- sistema gastrointestinale: al primo posto e in crescita in valore nell’ultimo anno del +4,4%, un segmento che rappresenta oltre il 15% dell’intera tipologia.
- sistema respiratorio: al secondo posto, in leggero calo (-1,8%),
- sistema cardiovascolare: al terzo posto con ottime performance che evidenziano un aumento del +12,4%.
Tra gli ingredienti maggiormente utilizzati per produrre botanicals al primo posto troviamo il miele, seguito da finocchio, senna, eucalipto e bioflavonoidi.
Alleati preziosi per la salute
Ad oggi l’invecchiamento non si misura solo in termini di longevità, ma anche in qualità della vita. Contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica è essenziale per prevenire patologie metaboliche e cardiovascolari e consentire un invecchiamento sano.
«I polifenoli, presenti in frutta, verdura, tè e legumi, ma anche in altri vegetali, si sono dimostrati in grado di intervenire su diversi segni distintivi dell’invecchiamento, tra cui lo stress ossidativo e l’infiammazione. – afferma la dott.ssa Franca Marangoni, responsabile ricerca NFI (Nutrition Foundation Italy). –L’analisi della letteratura scientifica mostra che la supplementazione per un periodo prolungato con alte concentrazioni di questi composti, sotto forma di integratori o bevande arricchite, riduce i livelli di specifici marker di infiammazione cronica anche in soggetti con sovrappeso od obesità (Mao et al., 2024). È un campo di ricerca in continua evoluzione, dove la comprensione dettagliata dei meccanismi d’azione è fondamentale per sviluppare strategie nutrizionali mirate a promuovere una longevità più sana e attiva».

Favorire le corrette funzioni cognitive e il benessere emotivo, è fondamentale per rallentare l’invecchiamento e sostenere una vita sana e attiva. In questo senso, alcuni principi attivi delle piante agiscono in maniera promettente.
«Oggetto di recenti pubblicazioni– spiega Marangoni- sono le potenzialità della teanina, un aminoacido non proteico contenuto nelle foglie di tè, alla quale, sulla base della metanalisi di studi di intervento, è stato attribuito un effetto modesto ma significativo sulle funzioni cognitive e, in associazione con la caffeina, anche sul tono dell’umore (Payne et al., 2025). Anche per la curcumina, il principale polifenolo della Curcuma longa (da impiegare secondo le più recenti indicazioni del Ministero della Salute), da studi preliminari sono emerse proprietà interessanti, soprattutto a livello della memoria verbale e visiva (Lehoczki et al., 2025 Yu et al., 2025)».
La ricerca sta oggi dedicando particolare attenzione all’asse intestino cervello, un meccanismo che può spiegare come i fitocomposti, e in particolare i polifenoli, possano influenzare il benessere generale. Anche in questo caso si può ricorrere a specifici integratori, ad esempio per supportare l’equilibrio della flora intestinale in persone con alterazioni o carenze.
«Una linea di ricerca particolarmente interessante, – conclude Marangoni – è quella che individua nella modulazione del microbiota intestinale il passaggio-chiave alla base dell’effetto dei polifenoli a livello cerebrale (Torres-Fuentes et al., 2025). L’azione antiossidante e antinfiammatoria dei polifenoli sarebbe almeno in parte attribuibile alla loro capacità di indurre una modificazione in senso favorevole della composizione della flora batterica intestinale, con una riduzione di specifici ceppi, con potenziali benefici per la salute metabolica e cognitiva (Mao et al., 2024).»


