La galenica, cuore originario della professione farmaceutica, sta vivendo una stagione di rinnovata vitalità. Per anni considerata un ambito secondario rispetto al farmaco industriale, oggi torna a rappresentare un elemento strategico per le farmacie che vogliono rafforzare la propria identità e differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.
Il professor Giovanni Filippo Palmieri, direttore del Master in Preparazioni Galeniche dell’Università di Camerino, osserva come l’interesse verso la disciplina sia cresciuto in modo tangibile: «Il numero degli iscritti al Master è più che raddoppiato, e non riguarda soltanto i giovani farmacisti, ma anche titolari e collaboratori sostenuti direttamente dalle loro farmacie. Questo rinnovato slancio è il frutto di diversi fattori: l’aumento della competitività, accentuato dall’ingresso delle società di capitale, ha spinto molte farmacie a cercare elementi distintivi, e un laboratorio galenico attivo rappresenta oggi una risorsa strategica per differenziarsi e fidelizzare i pazienti. A questo si aggiunge l’effetto del nuovo Tariffario Nazionale, che ha reso l’attività più sostenibile dal punto di vista economico, e le carenze periodiche dei farmaci industriali, che portano il farmacista a intervenire con soluzioni personalizzate».
La formazione come leva di qualità
Se la galenica sta tornando al centro, è grazie anche alla formazione post-laurea. Palmieri sottolinea: «Non ci si improvvisa galenisti con un corso di due giorni. La galenica è una disciplina ampia e complessa, che richiede pratica costante e aggiornamento continuo. La formazione inizia all’università, ma deve proseguire con Master e formazione permanente».

Lo conferma la dott.ssa Micol Oretti, farmacista collaboratrice che ha seguito il Master di Camerino. «Questo percorso ha rafforzato la mia identità professionale. Ho imparato a personalizzare le terapie sui bisogni reali del paziente, non limitandomi a dispensare farmaci, ma diventando un’artigiana della cura. Ho approfondito forme farmaceutiche poco trattate e scoperto metodi innovativi, soprattutto in ambito veterinario, dove c’è pochissimo materiale di studio».

Per Micol, l’esperienza più formativa sono state le settimane pratiche in laboratorio: «Un’immersione totale. Poter sbagliare, imparare, confrontarsi con docenti e colleghi è stato decisivo. Non solo per le competenze tecniche, ma anche per le relazioni professionali e umane nate durante il percorso. È stato un arricchimento a 360 gradi».
Il laboratorio come investimento competitivo
Se per i collaboratori la galenica è una riscoperta professionale, per i titolari rappresenta una scelta strategica. Il dott. Davide Pillitteri, titolare di farmacia, racconta: «Il Master mi ha permesso di ripensare il laboratorio da zero, dalla strumentazione alle sostanze per le preparazioni. Ho trovato un percorso adatto sia a chi non ha esperienza sia a chi già lavora nel settore».

Pillitteri individua nella personalizzazione il valore aggiunto: Con la galenica possiamo seguire pazienti con malattie rare o intolleranze, adattare i farmaci a esigenze specifiche, o renderli più adatti a chi ha difficoltà di assunzione, come gli animali. Durante il Master ho lavorato con apparecchiature di ultima generazione e preparazioni complesse come colliri, iniettabili sterili ed estrazioni di cannabis. Sono competenze che renderanno la mia farmacia più competitiva».
Una tradizione che diventa futuro
Dalle testimonianze emerge un messaggio chiaro: la galenica non è un retaggio del passato, ma una risorsa per il futuro della farmacia. È la riscoperta di un’identità professionale forte, capace di unire tradizione e innovazione, artigianalità e scienza, manualità e tecnologia.
Come conclude Palmieri: «La galenica è l’essenza del mestiere di farmacista. Non è solo un patrimonio da conservare, ma una risorsa viva che ci permette di offrire soluzioni personalizzate, rafforzare il rapporto con il paziente e differenziare la farmacia. È qui che si gioca il futuro della nostra professione».


