Il diabete mellito di tipo 2 rappresenta una delle patologie croniche a maggiore diffusione. Una sua gestione non ottimale porta con sè conseguenze significative in termini di complicanze per i pazienti e oneri a carico dei sistemi sanitari.

Il diabete tipo 2 negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, la prevalenza della patologia è del 10,5%, interessando 34,2 milioni di soggetti, con proiezioni che prevedono di raggiungere i 60,6 milioni di casi diagnosticati entro il 2060.

Alcuni gruppi demografici affrontano un rischio molto più elevato di sviluppare la malattia – come è il caso degli ispanici che hanno una probabilità quasi doppia rispetto agli adulti americani – disparità quest’ultima in parte collegata ai più elevati tassi di obesità in questo gruppo etnico oltre che a barriere linguistiche e scarsa alfabetizzazione.

La sfida per un migliore controllo del diabete

Nonostante le raccomandazioni di organizzazioni come l’American Diabetes Association, che suggeriscono di puntare a livelli di emoglobina glicata inferiori al 7%, numerosi sono gli americani che stentano a raggiungere questo obiettivo: circa il 70% degli adulti con diagnosi di diabete ha valori di emoglobina superiori al 7%; il 13% ha un valore che supera addirittura il 9%, con rischi aumentati di sviluppare malattie renali, neuropatia e retinopatia.

Il programma CDMP

In risposta alla richiesta di un Centro Sanitario Federale Qualificato che serve una popolazione per la maggioranza composta da ispanici, il Center for Innovative Pharmacy Solutions della Scuola di Farmacia dell’Università del Maryland ha sviluppato un Programma Integrato di Gestione del Diabete (Comprehensive Diabetes Management Program – CDMP). L’iniziativa è stata avviata dopo aver identificato una percentuale considerevole di pazienti ispanici affetti da diabete con livelli di HbA1c superiori al 9%.

Il team interprofessionale per la gestione del diabete

Il CDMP ha istituito un team interprofessionale per la gestione del diabete, composto da farmacisti clinici, un dietista e un tecnico di farmacia, con la supervisione di un comitato interprofessionale che include i medici prescrittori.

L’adesione dei pazienti è stata volontaria. Ciascun farmacista ha condotto le visite di persona o tramite telemedicina, cadenzandole in base alle necessità del singolo paziente.

I farmacisti hanno regolato la terapia farmacologica, prescritto il kit per l’effettuazione dei test glicemici e richiesto esami di laboratorio, fornendo al contempo un’educazione ai pazienti sulla patologia, sulle terapie farmacologiche e sugli interventi non farmacologici, sull’importanza dei test di autoanalisi e sugli ottimali range clinici cui tendere.

Il dietista ha seguito i pazienti in telemedicina con suggerimenti nutrizionali, menù ad hoc e valutando periodicamente gli eventuali miglioramenti.

Il tecnico di farmacia ha assistito i pazienti nella ricerca, nella programmazione, negli appuntamenti di follow-up, nelle autorizzazioni preventive e nelle richieste di inclusione in programmi di assistenza volti a facilitare l’accesso ai farmaci e alle forniture per i test.

I promettenti risultati ottenuti: la gestione integrata migliora gli outcome

Uno studio retrospettivo della durata di due anni – pubblicato sul Journal of the American Pharmacists Association – che ha arruolato 518 pazienti con un’emoglobina glicata superiore al 7% ha evidenziato l’efficacia dell’integrazione dei farmacisti nei team di gestione del diabete, specialmente per le popolazioni ad alto rischio e maggiormente svantaggiate.

I pazienti seguiti nel programma guidato dai farmacisti non solo hanno ottenuto un miglioramento delle condizioni cliniche – su un gruppo di 477 pazienti, il valore medio dell’emoglobina glicata è passato da 10,1% a 8,5%, la percentuale di pazienti che è sceso al di sotto dell’8% è passato dal 15,8% al 51,6%) ma anche una migliore aderenza alla terapia farmacologica e risparmi sui costi sanitari, enfatizzando il valore di modelli di assistenza interdisciplinari e integrati per migliorare gli esiti di salute e la sostenibilità dei sistemi sanitari.