Con temperature che superano i 40°C in diverse località del Sud e delle Isole e con picchi elevati anche al Centro-Nord, l’Italia è nella morsa di un’ondata di calore eccezionale, situazione che sta mettendo a dura prova i pronto soccorso degli ospedali con un aumento di accessi.

Il Ministero della Salute ha lanciato l’allarme, emettendo “bollini rossi” per un numero crescente di città, segnalando “condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive”. Gli individui più vulnerabili sono prevalentemente gli anziani, i pazienti pluripatologici e quelli oncologici, soggetti a sintomi come disidratazione severa, astenia estrema e, nei casi più gravi, colpi di calore. Dal momento che le temperature estreme possono causare malori improvvisi a chiunque, perfino i giovani e le persone in apparente buona salute devono però prestare la massima attenzione.

In questo contesto, si conferma il ruolo chiave della telemedicina in farmacia. Grazie alla possibilità di effettuare ECG e holter pressori e cardiaci, le farmacie italiane, soprattutto quelle ubicate in aree periferiche o meno servite, assumono infatti una posizione strategica nella prevenzione e nella gestione delle urgenze, riducendo i tempi di accesso alle eventuali cure e contribuendo in modo determinante alla salute pubblica.

Il valore aggiunto della telemedicina

«La telemedicina non è più una visione futuristica, ma una necessità impellente, specialmente in momenti di crisi come le attuali ondate di calore. Ci permette di spostare l’assistenza dal pronto soccorso affollato alla casa del paziente, garantendo continuità di cura e riducendo rischi inutili», ha affermato Riccardo Starace, esperto del Gruppo di Lavoro del CNEL che in accordo con il Ministero della Salute sta elaborando le linee guida per le nuove professioni sanitarie nei moderni sistemi socio economici, per la digitalizzazione e per l’intelligenza artificiale applicata ai sistemi sanitari.

«Questo approccio – ha rilevato – non solo ridurrebbe il sovraffollamento delle strutture ospedaliere, alleggerendo il carico su medici e infermieri, ma garantirebbe anche una maggiore sicurezza per i pazienti più fragili. Il telemonitoraggio di parametri vitali, poi, consentirebbe di intervenire prima che la situazione precipiti, prevenendo l’acutizzazione di situazioni che, se trascurate, porterebbero inevitabilmente all’ospedalizzazione.

Opportunità e sfide

«Abbiamo gli strumenti e le competenze per fare della telemedicina un pilastro della nostra sanità, ma dobbiamo accelerare sull’integrazione e la formazione – ha aggiunto Starace – È fondamentale superare le barriere digitali e culturali per assicurare che nessuno, soprattutto gli anziani e le fasce più deboli, sia lasciato indietro nell’accesso a queste nuove forme di assistenza».

Attualmente, i servizi di telemedicina in Italia includono televisite e teleconsulti, che permettono ai pazienti di consultare medici e specialisti a distanza; il telemonitoraggio, utile per la gestione di pazienti cronici o fragili tramite dispositivi che trasmettono dati; la telerefertazione per la trasmissione di esiti di esami, e la prescrizione elettronica.

Permangono tuttavia delle sfide. «Le infrastrutture tecnologiche non sono ancora uniformi su tutto il territorio nazionale, e la formazione del personale sanitario e la sensibilizzazione dei cittadini sono fondamentali per una piena adozione. Inoltre, è cruciale garantire che la telemedicina sia accessibile e inclusiva per tutte le fasce della popolazione, anche quelle meno avvezze alle tecnologie, come molti anziani», ha concluso l’esperto in Digital Health e Telemedicina.