L’osteoporosi, una malattia caratterizzata dalla progressiva riduzione della massa ossea e dal conseguente aumento del rischio di fratture da fragilità, in particolare a vertebre, femore e polso, è una condizione che decorre spesso asintomatica, con una diagnosi che arriva sovente soltanto a seguito di un evento traumatico.

I numeri della fragilità: impatto globale e nazionale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte richiamato l’attenzione su una patologia dai costi sanitari e sociali molto elevati.

A livello globale, si stima che oltre 500 milioni di persone siano affette da osteoporosi, in prevalenza donne over50, e che ogni anno si verifichino fino a 37 milioni di fratture da fragilità, pari a circa 70 al minuto.

A ciò si aggiunge che fino all’80% delle persone con fratture osteoporotiche non ha ricevuto diagnosi né trattamento specifico prima dell’evento.

La situazione italiana conferma la gravità del fenomeno: nel nostro Paese l’osteoporosi colpisce circa 5 milioni di persone – il 7,7% della popolazione italiana secondo i dati ISTAT 2023 –, di cui l’80% sono donne in post-menopausa.

La prevalenza aumenta drasticamente con l’età: oltre i 74 anni, l’osteoporosi colpisce il 30,7% degli italiani, con il picco allarmante del 45,4% delle donne in questa fascia anagrafica.

La campagna 2025: l’inaccettabile negligenza

Il tema della Giornata Mondiale 2025, che si celebra ogni anno il 20 ottobre, “It’s Unacceptable – Stop the neglect of bone health!” (“È inaccettabile – Basta trascurare la salute delle ossa!”), si è concentrato su un duplice obiettivo: rilanciare l’importanza di proteggere le ossa fin dall’infanzia, promuovendo in particolare l’attività fisica, invitando al contempo professionisti sanitari e decisori politici a dare priorità alla salute ossea, dalla diagnosi precoce all’attivazione di servizi di assistenza post-frattura, valorizzando le tecnologie e un’ampia gamma di trattamenti efficaci.

Il valore della prevenzione: dall’infanzia alla menopausa

La prevenzione primaria dell’osteoporosi è difatti fondamentale e deve iniziare precocemente. Il picco di massa ossea raggiunto intorno ai 20-25 anni influenza direttamente la probabilità di sviluppare la patologia in età avanzata. Dopo tale picco, il riassorbimento osseo tende a prevalere, in particolare con l’insorgenza della menopausa nelle donne.

Per quanto l’eziopatogenesi sia multifattoriale, molti fattori sono modificabili attraverso lo stile di vita.

Sensibilizzazione e prevenzione iniziano in farmacia

Da sempre il farmacista rappresenta per i cittadini la prima figura di riferimento cui chiedere consigli di salute. Proprio per questo è importante che questa figura, insieme al medico di medicina generale, informi e sensibilizzi i cittadini su alcuni aspetti essenziali di prevenzione primaria:

  • adottare e mantenere uno stile di vita attivo;
  • fare attenzione all’alimentazione, con particolare riguardo all’assunzione di adeguate quantità di calcio e Vitamina D – sottolineando anche l’importanza dell’esposizione solare – e riducendo l’eccessivo consumo di sale;
  • non fumare e limitare o evitare il consumo di alcol, che riducono l’attività delle cellule che “costruiscono l’osso”.

Ancora, è importante sottolineare l’importanza di mantenere nel corso della vita un peso ottimale perché sia l’eccessiva magrezza sia sovrappeso e obesità rappresentano un fattore di rischio.

Il valore della diagnosi precoce

Altresì, con l’insorgenza della menopausa nelle donne o dopo i 70 anni negli uomini, è essenziale che il farmacista solleciti il paziente a rivolgersi al proprio medico per una valutazione delle condizioni delle ossa.

L’identificazione precoce dell’osteoporosi, infatti, consente l’attuazione di misure finalizzate al rallentamento o all’arresto della malattia e alla prevenzione delle fratture da fragilità.

La moderna farmacia dei servizi svolge infine anche un ruolo chiave nel monitoraggio dell’aderenza alle terapie, avendo modo di identificare i pazienti più a rischio che assumono farmaci o sono affetti da patologie che possono favorire l’insorgenza dell’osteoporosi.

 

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